Famiglie a geometria variabile. Smallfamilies: padri e madri single in rete

«Il fenomeno delle madri e dei padri single in Italia è in continua espansione, le cifre parlano di cinque milioni (85% donne e 15% uomini), eppure questa realtà è poco conosciuta e il nostro Paese latita. L’associazione di promozione sociale Smallfamilies.it cerca di colmare una lacuna che riguarda un fenomeno di trasformazione sociale importante e variegato. La finalità del nostro progetto e della nostra associazione, è proprio quella di far emergere il fenomeno che non è una presenza marginale. L’architetto milanese Gisella Bassanini, madre single di un’adolescente, traendo spunto dalla propria esperienza ha unito altri genitori, tutti volontari «Smallfamilies nasce da un progetto iniziato a Milano nel gennaio 2012 dall’incontro con due amici, Erika Freschi e Michele Giulini, anche loro genitori monoparentali, per ragionare insieme e per fare determinate cose su un tema poco noto nel nostro Paese. Famiglie monogenitoriali, dove c’è la presenza di un solo genitore che vive con almeno un figlio minorenne o maggiorenne non autonomo, quindi nuclei monoreddito, misurate statisticamente da pochissimo tempo, spesso non supportate da nessuna politica di intervento a sostegno dei genitori soli in condizione di fragilità economica e relazionale». La portavoce delle Smallfamiles lancia, tramite il nostro sito, questo appello: «Istituzioni Cercasi al Comune di Bergamo, affinché possano fornirci informazioni sulle politiche che le Istituzioni pubbliche, il Terzo Settore e il mondo del volontariato fanno a favore di questa tipologia familiare».

«Secondo l’Istat nel 2012 il 9,1 % dei genitori single viveva in povertà assoluta, in aumento rispetto al 5,8 % dell’anno precedente».

Di che cosa si occupa principalmente la community online di www.smallfamilies.it e quanto è importante per le famiglie “di piccola taglia” (16 %) fare rete?
«È fondamentale. Innanzitutto diciamo che c’è un progetto e c’è un’associazione. Il progetto è costituito da questo sito che ha l”ambizione di diventare sempre più un portale di informazione sul fenomeno delle famiglie monogenitoriali o monoparentali. Siamo on line dal 2013, nel 2012 abbiamo cominciato a guardare tutte le informazioni legate a questo tema in Italia, c’era pochissimo, allora abbiamo guardato cosa c’era in Europa e abbiamo scoperto che c’era moltissimo. Abbiamo incominciato a capire le altre realtà, che tipo di attività facevano e che genere di servizi offrivano ai genitori soli. Il sito resta una delle nostre attività principali di informazione, c’è un blog dove scriviamo su temi diversi, dove cerchiamo di raccogliere, con una sezione Osservatorio che potenzieremo quest’anno, le buone pratiche che ci sono in Italia e in Europa a sostegno delle famiglie monogenitoriali. Si trovano nel sito i dati, le ricerche e i libri sull’argomento. C’è una sezione sui servizi che sono qui a Milano, che sono convenzionati con la nostra associazione e hanno una particolare attenzione nei confronti delle famiglie “a geometria variabile” e dei nostri soci. Questa parte dei servizi, ripeto, è milanese, ma l’abbiamo anche pensata come stimolo affinché nascano nel nostro Paese altre realtà come le nostre».

“False Partenze”, Rapporto Caritas 2014 su povertà ed esclusione sociale in Italia, ha riportato una sintesi dei principali risultati della prima indagine nazionale sulla condizione di vita dei genitori separati. L’obiettivo è di far emergere il legame tra la rottura del rapporto coniugale e alcune forme di povertà e disagio socio-relazionale. Che cosa è emerso dalla lettura di questi dati?
«Il Rapporto Caritas mette “il dito nella piaga” molto prima di tante altre istituzioni, perché nei centri di ascolto arrivavano sempre più persone che appartenevano a famiglie composte da genitori singolari. Non ci sono politiche di sostegno, non ci sono servizi dedicati, ci sono una serie di problemi che sono di ordine economico, relazionale come la solitudine e l’isolamento. Già dal 2009 l’Unione Europea, segnalava che l’effetto della crisi avrebbe aumentato il rischio di povertà nei confronti delle famiglie monogenitoriali, perché costituite soprattutto da donne, madri che vivono sole con i propri figli senza lavoro o con un’occupazione non sufficientemente retribuita».

“Speciale attenzione va data all’accompagnamento delle famiglie monoparentali, in maniera particolare vanno aiutate le donne che devono portare da sole la responsabilità della casa e l’educazione dei figli”, recita un capitolo della Relatio Synodi, documento finale della III Assemblea Generale Straordinaria dei Vescovi, che si è svolta nell’ottobre 2014. Anche questa attenzione nei confronti delle “famiglie ferite” è uno dei tanti effetti del Pontificato Bergoglio? 
«È importante che la Chiesa faccia luce su questo fenomeno, ricordo che anni fa i sociologi, chiamavano “le famiglie ferite”, “famiglie incomplete”. Sicuramente il Pontificato di Papa Francesco ha tra i suoi grandi meriti di volgere lo sguardo a ogni forma di fragilità e anche alle problematiche che riguardano le trasformazioni sociali. Questa attenzione non può che essere proficua, cominciare a parlare di famiglie composte da padri e madri single, anche con posizioni diverse, significa cominciare a conoscere questo fenomeno e quindi intervenire a sostegno delle difficoltà».

Finora solo pochi enti locali hanno messo in campo sussidi e prestiti agevolati per questi nuclei dalle geometrie variabili. Considerato che solo a Milano le famiglie con genitori monoparentali sono passate da 71.316 nel 2010 (il 10 per cento del totale) a 72.217 nel 2011: 901 in più in un solo anno, come si comporta la Lombardia, ha dati su Bergamo e provincia?
«Se il fenomeno è in aumento non solo in Lombardia ma in tutto lo Stivale, quest’anno noi come associazione vogliamo capire quali sono gli interventi che non solo a livello regionale ma anche a livello comunale e territoriale vadano a sostegno di questa tipologia di famiglia. Vogliamo dare informazioni su quello che si sta facendo, perché riceviamo continuamente richieste di aiuto da parte di madri e padri soli. Nei prossimi mesi scriveremo a buona parte dei comuni lombardi ponendo loro una semplice domanda: “Avete messo a punto politiche sociali nei confronti delle famiglie monoparentali? Se sì, ditecelo così noi diamo informazione di ciò nel nostro sito e quando le persone ci contattano”. Così abbiamo fatto negli ultimi mesi, cercando di rispondere ai quesiti che ci ponevano madri e padri “singolari”. Un padre della provincia di Milano ci ha scritto “mi sono separato, sono in mobilità, devo decidere se trovarmi una stanza in affitto oppure passare gli alimenti a mia moglie per il mantenimento di nostra figlia”. Ci siamo impegnati per aiutarlo cercando prima di tutto di sapere se nel suo comune di residenza esistevano degli interventi abitativi. Questa volta l’intervento è stato positivo ma non possiamo farlo per tutti i comuni. Rispetto alla Regione Lombardia la questione è emblematica, mi riferisco alla nuova legge del 2014 che prevede contributi, sostegno abitativo, assistenza e mediazione familiare, per tutti quei coniugi separati o divorziati, in condizione di disagio sociale e finanziario, con figli minori oppure portatori di handicap grave, residenti sul territorio da almeno cinque anni. Il requisito essenziale però è quello che occorre essere stati sposati… Questo è un vero problema, perché oramai in Italia un bambino su tre nasce al di fuori del matrimonio. Ci sono situazioni di separazioni che provengono da coppie di fatto, da libere unioni con figli minori che hanno le stesse necessità di famiglie che sono state regolarmente sposate ma non possono accedere a questo tipo di fondo che potrebbe aiutarli materialmente. Abbiamo ricevuto molte segnalazioni rispetto a questa scelta della Regione Lombardia quindi di conseguenza abbiamo scritto una lettera aperta alle istituzioni della Regione Lombardia e non solo, pubblicata nel nostro sito, affinché ci si muova per sostenere tutte le famiglie monogenitoriali che sono in condizioni di necessità. Ci sono degli interventi che non sono intrusivi, sono esclusivi».

Di cosa tratta il sondaggio online Di che taglia è la tua smallfamily? 

«Il sondaggio, del 2013, era una prima fotografia sulle famiglie monogenitoriali e sulle loro necessità. Pensando alle vacanze estive, mi viene in mente lo sconto famiglia che negli alberghi prevede la presenza di due adulti, cioè “dei due più”, quindi attraverso alcuni “post” sul sito, già nel 2013, abbiamo chiesto che le strutture alberghiere allargassero lo sconto famiglia anche alle famiglie monogenitoriali con “l’uno più”. Qualche cosa in tal senso si sta muovendo».