Un libro senza figure. Così i bambini scoprono la magia delle parole

Quando ci si mette in fila per entrare nei padiglioni della Fiera internazionale del libro per ragazzi di Bologna (che si è chiusa proprio ieri), c’è una cosa che non si può fare a meno di notare: un visitatore su tre porta con sé un ingombrante portfolio. Accanto ad autori, editori, giornalisti, insegnanti, operatori del settore, insomma, c’è un piccolo esercito di giovani illustratori che ogni anno si mette in viaggio da ogni parte d’Italia e dall’estero in cerca di fortuna. C’è uno spazio apposito intorno alla “piazza centrale” della fiera, in cui ognuno lascia una traccia: un disegno e una serie di biglietti da visita. Una specie di messaggio in bottiglia, con la speranza di essere notato e ricontattato. Questo genere di eventi alla fiera di Bologna, che in fondo è un po’ il regno dei sogni e delle fiabe, non sono poi così rari: accadono. C’è chi passa, guarda, nota, contatta.

Tutta questa premessa di atmosfera serve solo per introdurre l’argomento con una constatazione di fatto: le illustrazioni nell’editoria per ragazzi sono considerate imprescindibili. Soprattutto per i più piccoli: ci sono ora moltissimi libri per i bambini di età prescolare che fanno del tutto a meno dei testi, e magari offrono musica e altri stimoli sonori attraverso supporti tecnologici di vario genere (cd, app, chip, tasti, vari supporti multimediali).

Arriviamo al punto: in mezzo a questo tripudio di mostre, colori, stili grafici, scelte estetiche, artistiche, pittoriche, nel cuore del regno degli albi illustrati, qualche giorno fa ci siamo fermati nello stand di Rizzoli e Bompiani, per dare un’occhiata. A pochi passi da noi c’era Beatrice Masini, editor della casa editrice e scrittrice di vaglia, anche se ingiustamente conosciuta da molti come la “mamma” di Harry Potter perché ha tradotto in italiano i libri della Rowling. Stava raccontando a due amiche e colleghe, con un pizzico di orgoglio, le ultime pubblicazioni della casa editrice.

Orgoglio giustificato. Ma tra “L’anonima fine di radice quadrata” di Alessandro Mari e “I segreti di Heap House” di Edward Carey, due titoli davvero promettenti, ecco spuntare un libro impertinente. Il titolo è scritto a caratteri cubitali su uno sfondo completamente bianco: “Il libro senza figure” di B.J. Novak. Intendiamoci: di libri senza figure a Bologna ce ne sono parecchi: almeno tutta la narrativa dai 12 anni in su. Così come la categoria, ora parecchio di moda, Young Adults – per i giovani e per gli adulti che si sentono giovani, quindi per tutti – che però spesso cede alla tentazione di ostentare copertine molto seduttive, anche indipendentemente dal contenuto. Ma scrivere così, nel titolo, “Il libro senza figure” è una chiara provocazione. Bisogna aprirlo, questo libro, e capire perché.

Prima scoperta: a scriverlo è stato un attore americano, B.J. Novak, 36 anni, noto per aver recitato in “Bastardi senza gloria” di Tarantino e per la serie televisiva “The office”. Non lo ricordiamo, ahimè, in nessuno dei due contesti.

Seconda scoperta: la prima regola dettata dal libro è che bisogna leggerlo ad alta voce, e che è obbligatorio leggere tutto quello che c’è scritto. Tutto. Interessante. Ma cosa c’è scritto? Non è una storia lunga e barbosa. Le parole, qui, sono strumenti: suoni, rumori, voci, versi. Buffissime onomatopee. Piccole frasi senza senso. Che cos’è, dunque, questo libro? Signori, avanti, l’ha scritto un attore: questo è un copione. Anzi, un canovaccio degno della migliore commedia dell’arte. Ci si mette seduti belli comodi, davanti a un pubblico, meglio se composto completamente di bambini, ma anche misto (con amici e parenti adulti, intendo), soprattutto a Pasqua, può funzionare lo stesso. E poi si legge: tutto, dalla prima parola all’ultima, senza paura di rendersi ridicoli, perché questo fa parte del gioco. Questo libro, insomma, porta a fare una (ri)scoperta interessantissima: la magia delle parole sta in chi le pronuncia e in chi le ascolta. Sono le voci, le persone, che alla fine costruiscono la storia. E’ la relazione che le lega a renderla speciale, diversa da tutte le altre. Volete una prova inconfutabile? Guardatevi J.B. Novak all’opera, mentre legge il libro a una platea di cuccioli sghignazzanti. E poi via, preparate la vostra performance: l’effetto è assicurato e il premio – i sorrisi dei vostri piccoli spettatori, e la promessa, forse, che in futuro apriranno un libro con occhi pieni di aspettative – è senza prezzo.