Aggiungi un posto a tavola: anche così si educa all’amore. L’anniversario della Caritas

«Come si può rimanere così indifferenti?» A porsi questa domanda è il più giovane dei tre viaggiatori un po’ sfortunati che in una notte burrascosa, sorpresi da un temporale spaventoso, sono costretti a sostare presso una locanda quasi sperduta in mezzo al nulla. E proprio lì, tra una tazza di caffè–preparato con la moka, perché è il migliore- offerta dal gentile barista, qualche brano e non di Chopin e  una radio che suona di sottofondo, la locanda si accende con le storie di quattro vite che, inspiegabilmente, il destino ha voluto far incontrare.

È questa la trama dello spettacolo “La SOSta”, scritto da Umberto Zanoletti e interpretato da Mauro Ghilardini, Federico Nava, Antonio Russo e Giovanni Soldani, andato in scena venerdì 17 aprile al cineteatro di Boccaleone, dando il via ai festeggiamenti dei 40 anni di attività della Caritas Diocesana. Una pièce che, come ha spiegato don Claudio Visconti, direttore della Caritas di Bergamo, ha riproposto in chiave moderna e attraverso il linguaggio del teatro la parabola che rispecchia l’impegno della Caritas: quella del Buon Samaritano. L’attenzione al prossimo, all’uomo e alla sua dignità, è la caratteristica essenziale che in questi 40 anni di attività la Caritas di Bergamo ha dimostrato e cercato sempre di mantenere in tutti gli aspetti che la vedono schierata in prima linea nella lotta contro la povertà e nella cura verso le persone e le esigenze dei più deboli.

Un’attività che necessita costantemente di uno sguardo fresco e attento sul mondo e sui suoi cambiamenti. Per questo motivo non poteva essere che il cibo il tema del convegno tenutosi sabato 18 aprile, presso il Teatro Qoelet di Redona, dal titolo “Una sola famiglia, cibo per tutti”. Una riflessione guidata dal dottor Paolo Foglizzo, redattore della rivista Aggiornamenti Sociali, nella prospettiva dell’Expo 2015. Il tema del cibo, come ha sottolineato il relatore, permette di esprimere il ruolo concreto della Caritas a livello diocesano, allargandolo a livello universale. «Infatti – ha spiegato Paolo Foglizzo -, il cibo oggi è un prodotto di mercato, ma ancora di più un diritto e un bene comune. Dobbiamo immaginare di essere seduti ad una tavola imbandita: il mio diritto a mangiare è lo stesso del mio vicino.»

Si sa, sedersi tutti intorno alla stessa mensa porta allo scambio reciproco, proprio perché, come ha descritto il dottor Foglizzo, il cibo è il luogo in cui si realizzano le relazioni fondamentali dell’uomo. Abbraccia la sfera della relazione con il proprio corpo: siamo esseri fragili e abbiamo bisogno di cibarci per sopravvivere. Ma crea anche una relazione con tutti gli altri abitanti del pianeta Terra. «Se immaginiamo il mondo come una torta –ha proseguito di dottor Foglizzo-, la giustizia si spiega solo se immaginiamo di distribuire fette uguali a tutti.» Il cibo è anche il canale privilegiato della relazione tra l’ambiente e il pianeta e inoltre, è fondamentale in ogni cultura e religione del mondo. Insomma, il cibo crea una mappa completa del mondo e della vita.

Eppure, alla luce di questo, esistono ancora paradossi che sembrano inspiegabili e su cui la Caritas si è fermata a riflettere. «Nel mondo c’è cibo per tutti ma non tutti possono mangiare. Sono 800 milioni le persone che soffrono di malnutrizione e 500 milioni invece gli obesi, per non parlare delle malattie legate all’eccedenza di cibo- ha chiarito Paolo Foglizzo.» Non solo: nonostante il problema della fame nel mondo sia ben conosciuto, si stima che all’anno ogni famiglia sprechi circa 105 kg di cibo. «Sono questi i paradossi che reggono il nostro mondo e che generano tensioni. Speriamo che l’Expo 2015 permetta di smascherare i paradossi, o sofismi come li chiama papa Francesco, permettendo di raggiungere una maggiore equità. Se vogliamo la pace, dobbiamo impegnarci per un mondo equo.»

Questioni importanti per la Caritas di Bergamo, che come l’ha descritta il vescovo Francesco, presente alla messa conclusiva del convegno, regge l’importante compito di educare il mondo alla carità e all’amore. Una Caritas che, con intelligenza, resta costantemente attenta ai problemi del mondo, intrecciando relazioni e facendo affidamento specialmente sui giovani, importanti perché la sua missione continui. Così, forse, non è un caso che sia proprio il giovane dello spettacolo la SoSta a domandarsi come mai c’è così tanta indifferenza nel mondo e che sprona gli altri suoi compagni a non credere nelle coincidenze,piuttosto nel destino che ti presenta l’occasione di aiutare qualcuno, prendendo una posizione, come insegna il buon Samaritano.