La tragedia del Mediterraneo. Il mondo politico e la pietà

I superstiti parlano di quasi mille persone a bordo del peschereccio colato a picco l’altro ieri al largo della Libia. Per la verità basterebbero anche settecento per lasciarsi prendere dallo sgomento per quello che è successo.

PROVIAMO A IMMAGINARE

Proviamo a immaginare quasi mille persone che si sentono buttate tutte da una parte dal barcone che si piega, i viaggiatori che fanno mucchio e si schiacciano e poi il barcone che si rovescia e che diventa un enorme tappo che porta verso il fondo quelli che si trovavano sopra. Ho provato a immaginare anche la fine tragica di quelli che erano ammassati nella stiva, anche loro catapultati su un lato, oppressi dal peso dei compagni di sventura e poi soffocati dall’acqua che entra e che li fa morire, come topi. Peggio, anzi: i topi qualche buco per tentare una fuga lo trovano, loro no.

Più ci si pensa e più ci si lascia prendere dalla paura e – non è parola troppo grossa – dall’angoscia. “Come si possono conciare così i figli di Dio?”, mi chiede un amico che ama fare il profeta. Ma mai una parola profetica è così al posto giusto come in questo caso.

I POLITICI. MATTEO SALVINI

Di fronte alla tragedia sta il mondo politico, i suoi dibatti e i suoi scontri. Più è grande la tragedia dei mille annegati, più è tragica l’insensibilità di quel mondo. Si questo si tratta, infatti. Alcuni parlamentari parlano di prove di forza, di blocchi navali… Cose che, così come posso ragionarci io che sono un incompetente, mi sembrano come minimo molto difficili. È immaginabile, infatti, mandare navi dell’Italia o dell’Europa sulle rive di un paese straniero a sparare ai barconi in partenza? E come si fa a sapere che sono in partenza, e come si fa a distinguere i barconi di mercati di uomini da quelli di semplici pescatori? Poi si parla della latitanza dell’Europa. Problemi seri, soprattutto questi ultimi. Ma, di fronte a tutto questo gran disquisire, mi pongo una domanda ingenua e banale. Questa: il mondo politico è capace di pietà? Sì: di pietà. L’onorevole Salvini, in particolare, ha preso al balzo la tragedia per darla addosso a Renzi, ad Alfano, alla Boldrini. Ma questo signore non è capace una volta soltanto di dire: “Mi dispiace che siano morti mille persone?”.

UN UOMO POLITICO DOVREBBE ESSERE UN UOMO

Un uomo politico, prima di essere politico, dovrebbe essere un uomo. E di fronte a mille persone che muoiono in quel modo, un uomo politico dovrebbe anzitutto dire che gli viene da piangere. E dopo, ma soltanto dopo, dirà che cosa dovrebbe fare la politica. La politica, infatti, se nasce dalla pietà è seria, ma se prende il suo posto è disumana, anche quando vince le elezioni.