Come leggere un’opera d’arte: Antonio Paolucci parte dal Giudizio Universale

Il Giudizio Universale viene inaugurato da un già anziano Michelangelo Buonarroti nel 1541. E’ una delle opere più complesse e intriganti dell’arte italiana. A raccontarla, domani, venerdì 24 aprile, alle 18, aprendo il ciclo di incontri “Come leggere un’opera d’arte” promosso dalla Fondazione Bernareggi, sarà Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani. Giulio II chiama Michelangelo nel 1508 (quando lui era un giovane uomo di 33 anni) e gli chiede di affrescare la cappella Sistina, completando l’opera dello zio Sisto IV. I rapporti tra i due sono spesso tesi e tempestosi. Già erano accaduti allora screzi importanti tra i due. Paolucci ripercorrerà la storia e la genesi di questo capolavoro, offrendo chiavi di lettura e dettagli inediti. “Il giudizio universale – spiega Paolucci – ha il suo fuoco in quel groviglio di angeli che sta al centro della scena, che annunciano la fine del tempo e della storia. Presentano due libri: un libro grande verso quelli che vengono trascinati all’inferno, che sono molti, come i peccati degli uomini. Un libro piccolo verso quelli che si salvano, e che noi lo sappiamo, sono pochi. Poi c’è il Cristo giudice che non ha la barba come si vede innumerevoli volte in altri giudizi universali. Nella sua grande capacità di innovazione iconografica Michelangelo lo rappresenta come un gladiatore, un giovane atleta, che alza la mano nel gesto romano della allocutio. Questa è la resurrezione dei corpi e contestualmente la fine del tempo e della storia. C’è il gesto simbolico di San Pietro che riconsegna le chiavi. Tutto è stato deciso, questa è la parusia, quello che è stato è stato. “Sono venuto a fare nuove tutte le cose” come dice l’apocalisse di Giovanni. Vasari scrive che nell’ottobre del ’41 Papa Paolo Farnese inaugurando il Giudizio universale si inginocchiò con le lacrime agli occhi: se è questo che ci aspetta allora c’è da avere paura”. Una rappresentazione complessa, rivoluzionaria, un’opera dalla formidabile potenza espressiva, sulla quale c’è molto da scoprire, e molti particolari inediti sono affiorati di recente anche per merito della nuova illuminazione, inaugurata nell’autunno scorso. Ecco un altro motivo per non perdere l’incontro di domani.

A parte il primo incontro, quest’anno poi la dodicesima edizione dello storico ciclo di conferenze, organizzato dalla Fondazione Adriano Bernareggi, è dedicata alle opere presenti nella mostra Dall’oro al Cielo (Museo Adriano Bernareggi 21 marzo – 21 giugno).

Ecco il calendario completo degli incontri:

Venerdì 24 aprile, ore 18.00
Antonio Paolucci
Il Giudizio Universale di Michelangelo Buonarroti nella Cappella Sistina
Centro Congressi Giovanni XXIII

Giovedì 7 maggio, ore 18.00
Emanuela Daffra
Per la devozione domestica. Modelli e botteghe intorno all’altarolo di San Benedetto

Giovedì 14 maggio, ore 18.00
Laura Paola Gnaccolini
Maria “in sole”: arte e devozione nell’ancona dell’Immacolata in Sant’Agata nel Carmine

Giovedì 21 maggio, ore 18.00
Giorgio Fossaluzza
L’immagine di pietà di Giampietro Silvio a Sedrina

Giovedì 4 giugno, ore 18.00
Barbara Maria Savy
Jacopo Palma il Vecchio a Bergamo

La prima conferenza si svolge presso il Centro Congressi Giovanni XXIII, 106 a Bergamo; tutte le altre presso la sala ipogea del Museo Adriano Bernareggi (ingresso da via Pignolo, 76). il ciclo è ad ingresso gratuito, fino ad esaurimento posti. Per info 035/248772; mail: info@fondazionebernareggi.itwww.fondazionebernareggi.it.