Pregare, un’esperienza umana. Lucetta Scaraffia: “Guardiamo le religioni dal punto di vista dei fedeli”

«Franco ed io da anni avevamo cercato di realizzare la mostra “Pregare, un’esperienza umana. L’incontro con il divino nelle culture del mondo”, che ora è visitabile alla Reggia della Venaria Reale (11 aprile-28 giugno 2015), con l’idea di rovesciare il punto di vista dal quale vengono sempre fatti i confronti fra le religioni. Non più un confronto fra istituzioni, fra teologie, ma guardare alle religioni dal punto di vista dei fedeli. Per i fedeli, essere religiosi, credere in Dio, significa soprattutto rivolgersi a lui, parlargli: la preghiera, cioè quest’ansia dell’uomo di mettersi in contatto con l’infinito, accomuna tutti gli esseri umani. E per di più sono simili anche le modalità con cui avviene questa ricerca di contatto: la ripetizione è spesso uno strumento di preghiera che i popoli diversi si sono trasmessi nei secoli, il rosario». La storica e giornalista Lucetta Scaraffia, editorialista de Il Messaggero e dell’Osservatore Romano, chiarisce il significato di una mostra speciale, della quale è curatrice insieme all’antropologo e architetto Franco La Cecla, sul rito e le tradizioni della preghiera che accomuna culture e culti diversissimi tra loro, perché è un fenomeno antico e universale. «Un sogno cullato per lungo tempo, a cui pochi volevano credere», una sfida, perché «far vedere che l’umanità non è solo un luogo di odio e guerra e che preghiamo tutti in modi molto simili, e che soprattutto nei secoli ci siamo scambiati informazioni sulla preghiera, sul modo di pregare – e questo anche durante i conflitti, come le crociate – fa capire che ci sono sempre altre vie di comunicazione, altre possibilità di convivenza, magari diverse da quelle che abbiamo immaginato ma forti e resistenti», dichiara la Scaraffia, membro del Comitato Nazionale per la Bioetica, che si è occupata anche di storia delle donne e di storia religiosa.

In mostra sono esposte opere di pregio, centinaia di oggetti per il culto popolari, quotidiani provenienti da collezioni pubbliche e private italiane, turche, marocchine, etiopi tra i quali il rosario, presente, con più o meno grani, in gran parte delle religioni. Ce ne vuole parlare? 

«La corona che aiuta la ripetizione della preghiera viene usata per la prima volta in ambito induista, poi trasmessa al buddismo e da questo all’islam. Le crociate, oltre che a momento di guerra, sono anche occasione di scambio: il rosario passa ai cristiani, greci e latini. Nella prima stanza della mostra una carta geografica indica questo cammino. Certo, in ogni religione il numero dei grani cambia, le preghiere che si dicono sono diverse, il dio a cui ci si rivolge è un altro. Ma noi abbiamo posto l’attenzione alla modalità di preghiera, e al fatto che ci siano stati degli scambi in questo senso fra religioni diverse».

Desidera descrivere la video installazione curata dal regista Stefano Savona, presente lungo il percorso museale?

«L’installazione di Savona è solo quella della stanza finale dell’esposizione, gli altri filmati che si possono vedere durante il percorso sono di altre persone e anche di qualità differente, non tridimensionali. La proiezione di Savona, tridimensionale, riguarda materiale, filmato sul posto, di preghiere fatte nelle diverse religioni del mondo e consente al visitatore una immersione molto suggestiva nell’atmosfera di raccoglimento e di apertura al divino che caratterizza ognuna di queste forme di preghiera».

L’esposizione è un’importante occasione di confronto e riflessione interculturale, in concomitanza con l’Ostensione della Sindone nel Duomo di Torino?

«In un momento in cui viene esposta la più importante reliquia cristiana, un momento però segnato da grande tensione fra le religioni, ricordare che esistono anche le altre religioni, e che con loro abbiamo dei punti in comune come la preghiera, mi sembra un contributo positivo alla convivenza».

Franco La Cecla con questa mostra ha coronato un suo sogno (“raccontare che quando la gente prega, a qualunque religione appartenga, lo fa in un modo simile”) e ha scritto una lettera/appello a Papa Francesco, “perché chi crede, non sopporta che il proprio pregare sia un anelito universale”. Di che cosa si tratta? 

«Veramente, come abbiamo detto entrambi nella conferenza stampa, il sogno era condiviso con me fin dagli inizi. Penso che la stanchezza finale, accompagnata dalle tensioni – inevitabili nel lavorare a un progetto che riguardava tante religioni diverse tra loro – gli abbia fatto vedere le cose un po’ negativamente. Certo, ogni credente pensa che la sua religione sia quella vera, ma questo non significa che non debba accettare e comprendere anche quella degli altri. La mostra, nel suo complesso, nonché il libro-catalogo, stanno proprio a testimoniare questa possibile convivenza».

“Visitando questa mostra ci si accorge che non c’è religione senza preghiera e la preghiera fa parte dell’animo umano. Nella preghiera, in un momento storico drammatico come questo, di violenza e contrapposizione, in cui il male sembra emergere, si possono invece trovare vie di comunione”. Concorda con la riflessione dell’arcivescovo di Torino monsignor Cesare Nosiglia?

«Certamente, e lo provano le ormai numerose occasioni in cui i credenti di religioni diverse hanno pregato insieme. Anche a Venaria, per il 7 giugno, è prevista una giornata di preghiera interreligiosa».

“Il futuro dell’umanità sta nella convivenza rispettosa delle diversità” ha detto Bergoglio che ha fatto del dialogo interreligioso uno dei punti cardine del suo pontificato, visto soprattutto come uno strumento di pace. Che cosa ne pensa? 

«Sono d’accordo, e la nostra mostra vuole essere un contributo a questo cammino di conoscenza e accettazione reciproca».

INFORMAZIONI:

“Pregare, un’esperienza umana. L’incontro con il divino nelle culture del mondo”.

Venaria Reale
11 aprile 2015 – 28 giugno 2015
Sale delle Arti, II piano
Reggia di Venaria Reale
Piazza della Repubblica, 4 – Venaria Reale
Tel. 011.499.23.33 (Reggia di Venaria Reale)

Orario:
da martedì a venerdì: dalle ore 9 alle 17
sabato, domenica e festivi: dalle ore 9 alle 19
Lunedì: chiuso

Ingresso:
Intero: 12,00 Euro – Ridotto: 10,00 Euro

G. A. Molineri. Madonna del Rosario. 1625 ca parocchia di San Giorgio di Reano pregare_mostra_cristiani_cattolici_6994