Val Dossana e Val del Riso: cinque comunità al lavoro su Expo. Dal pensiero al progetto

Quello che è avvenuto nei mesi scorsi e quanto avverrà in quelli a venire all’interno del progetto del Sub-ambito della Val Dossana e Val del Riso rappresenta un modello di ciò che Expo può significare per le comunità. Tre fasi, di cui la prima si è completata ieri a Parre. “Pensare, comprendere e partecipare” è lo slogan che racchiude il cammino intrapreso da cinque Comuni – Gorno, Oneta, Parre, Ponte Nossa e Premolo – in collaborazione con le parrocchie e con l’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale. Partito a febbraio, il progetto si è posto come primo obiettivo quello di informare per permettere di comprendere meglio il volto di Expo. È stato don Cristiano Re, direttore dell’Ufficio per la Pastorale sociale, a dare il calcio d’inizio di una partita che entra adesso nel suo momento forte. Da febbraio a maggio si è sviluppata una serie di incontri con l’approfondimento dei temi etici, con i suggerimenti nutrizionali della dietista Nicoletta Colombi e con le tavole di degustazione organizzate in collaborazione con La Bottega del Mondo di Clusone. Ieri sera all’oratorio di Parre si è parlato ancora di cibo, percorrendo le strade dei prodotti italiani, dall’origine alla trasformazione, individuando percorsi virtuosi nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente. Expo ha generato sul territorio una rete di collaborazione, ha fatto nascere incontri e confronti, ha confermato che la questione del nutrimento non è solo una scelta individuale, ma di comunità. La seconda fase vedrà, durante l’estate, le visite a gruppi al sito di Expo. In tanti hanno già presentato l’iscrizione alla visita che si svolgerà in collaborazione con la Caritas diocesana. Quando le luci di Expo si spegneranno le comunità della Val Dossana e della Valle del Riso avvieranno la terza fase, quella della rielaborazione e della progettualità. Sulla base dell’esperienza vissuta, dopo aver abbracciato le storie del cibo legato alle diverse culture del pianeta, lo sguardo tornerà sul territorio in cui si vive, sul quotidiano, sulle scelte e sulle opportunità. Sarà il tempo in cui si prenderanno in considerazione prodotti e produttori locali. Aver conosciuto e visitato l’Esposizione universale non sarà una bella esperienza che si chiude. Sarà la chiave che apre a nuovi cammini in cui le scelte di un’alimentazione legata ai temi dell’ambiente, della salute, della giustizia e della dignità possano essere attuate sul proprio territorio. Come mangiare, come produrre, come trasformare, come distribuire saranno le questioni che occuperanno le riflessioni del prossimo autunno, forti di un’esperienza preziosa, vissuta attraverso il coinvolgimento di tante realtà diverse.