Il terrorismo internazionale, l’arte di stare insieme, la green economy: l’attualità tiene banco al Bergamo Festival anche nella giornata di venerdì 15 maggio. Protagonisti degli incontri della giornata saranno Arturo Varvelli e Marco Lombardi, che parleranno de «Il mestiere dell’orco. Sceneggiature dell’orrore nei nuovi testimoni» alle 18 al Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo. Modera l’incontro Susanna Pesenti, giornalista de «L’Eco di Bergamo».
Qual è il rapporto fra i terrorismi contemporanei e i nuovi mezzi di comunicazione di massa? La mobilitazione terroristica come forma di lotta politica è un fenomeno tristemente noto anche in Italia, conosciuto in tempi recenti nei cosiddetti “anni di piombo”.
Nel contesto della situazione geopolitica contemporanea l’azione terroristica si presenta sulle scene della vita sociale in forme sempre più consapevoli della loro forza d’immagine, e sempre più prive di scrupolo nell’alzare il livello di orrore proposto con la sola intenzione di capitalizzarlo politicamente.
Il fatto che i terroristi utilizzino i mezzi di comunicazione per propri fini ha dato luogo a polemiche di vario genere, soprattutto in quei Paesi democratici dove si è posto il dilemma se fosse più conveniente a una democrazia ignorare gli appelli dei terroristi – e di conseguenza mettere a repentaglio la vita di innocenti – o continuare ad applicare le regole giornalistiche e il diritto di cronaca; il rischio è di essere strumentalizzati e diventare addirittura degli involontari fiancheggiatori dei terroristi. In un contesto di comunicazione globale dove le nuove tecnologie di trasmissione satellitare e digitale permettono di raggiungere ogni angolo del pianeta, i terrorismi contemporanei mostrano ormai una grande competenza comunicativa che, unita a una notevole consapevolezza strategica, rende la paura un prodotto molto raffinato.
Giancarlo Domenghini e Beppe Manzi saranno poi protagonisti di una proiezione di corti che parlano dell’arte di stare insieme (diverse culture, tradizioni, fedi): «Far tornare i corti. Cinque piccoli film sull’arte di stare insieme». Appuntamento alle 18 sempre al Centro Congressi. Il tema è di grande complessità, e i corti scelgono di affrontarlo raccontando situazioni che riguardano tutti da vicino. Il Bergamo Festival incontra così il Festival dei Cortometraggi che da anni sulle rive del lago di Iseo raccoglie piccole opere d’arte cinematografica che partono dal complesso lavoro di integrazione in atto nella società. I cortometraggi rispecchiano l’internazionalità che anima Bergamo Festival FARE LA PACE: vengono da ogni parte d’Italia e d’Europa e riflettono gli aspetti della mescolanza di popoli e culture presenti nei moderni contesti urbani. I confini del mondo cambiano e nelle città si vive un’inedita mescolanza di popoli e culture.
Poi si parlerà di green economy con Ermete Realacci: «Il secchio nel pozzo. Prospettive della green economy e della qualità per il futuro dell’economia italiana». Appuntamento alle 20.45, Centro Congressi Giovanni XXIII 106, Bergamo. Si parlerà di politiche ambientali. A moderare l’incontro Dino Nikpalj, giornalista de “ L’Eco di Bergamo”.
La green economy nasce dall’esigenza di conciliare la crescita con un modello di sviluppo sostenibile in grado di utilizzare le risorse in modo più efficiente. È un modello di economia «capace di produrre un benessere di migliore qualità e più equamente esteso, migliorando la qualità dell’ambiente e salvaguardando il capitale naturale», come recita il Programma delle Nazioni unite per l’Ambiente (Unep), l’organizzazione internazionale che opera dal 1972 contro i cambiamenti climatici a favore della tutela dell’ambiente e dell’uso sostenibile delle risorse naturali.
Le politiche ambientali rappresentano una grande sfida per il futuro e richiedono un concreto e diffuso impegno da parte non solo delle imprese, ma anche delle istituzioni e della società civile, nella convinzione che la modernizzazione sostenibile del sistema economico e produttivo sia un’opportunità di rilancio per l’economia, oltre che un modello in grado di consentire una crescita nel lungo periodo. Difendere l’ambiente non solo è giusto ma rappresenta anche una straordinaria opportunità per affrontare la crisi economica e guardare al futuro.