Duemila studenti pronti a «Osare la speranza» contro l’Aids

Concorso «Osare la Speranza 2.0», circa 2.000 gli studenti delle scuole superiori della Bergamasca coinvolti nel progetto di sensibilizzazione sul tema dell’Aids. È giunto al termine, con relativa cerimonia di premiazione, il concorso promosso dalla Caritas Diocesana e dalla Comunità Emmaus e rivolto ai giovani bergamaschi. Per quanto riguarda la categoria singoli, hanno vinto i primi tre premi Sofia Negri (liceo Manzù), Ian Di Dio (Liceo Lussana) e Giada Muscarella (liceo Weil di Treviglio) con opere molto diverse tra di loro, ma molto significative: Sofia e Ian hanno elaborato un video, mentre Giada ha disegnato un vestito per testimoniare l’importanza della lotta all’Aids. I vincitori del concorso, premiati con una borsa di studio, hanno seguito insieme ai loro compagni un percorso di conoscenza e approfondimento del tema dell’Aids: non classiche lezioni ex cathedra, ma  incontri arricchiti da testimonianze di operatori, malati e volontari su un tema che resta di drammatica attualità.

Ecco il video di Ian Di Dio, studente del liceo Lussana, che ha raccontato con perizia dal punto di vista scientifico tutti gli aspetti legati alla contrazione del virus dell’Hiv:

“Per questo progetto ho voluto creare un vestito che si ispirasse al nastro rosso, simbolo della lotta contro l’Aids- ha spiegato la studentessa del liceo Simone Weil di Treviglio- ho dunque chiamato il mio progetto (che mi ha permesso di unire le mie due grandi passioni, la moda e la fotografia) “indossare la speranza”, in quanto rappresenta la speranza che tutti noi portiamo addosso, in questo caso quella di riuscire a trovare una cura o per lo meno di far conoscere a tutti la vera malattia (non i soliti stereotipi che si dicono in giro) e i metodi per prevenire la diffusione dell’Aids e Hiv”. E il lavoro di Giada, come quelli degli altri ragazzi, denota un alto livello di sensibilità verso una tematica difficile, di cui i giovani sentono parlare in pochissime occasioni e spesso in maniera non del tutto corretta. “Alcuni volontari del progetto Osare la Speranza 2.0 sono venuti nella mia scuola a spiegare questo tipo di malattia e ammetto che anche io ero ignorante a riguardo- ha aggiunto la studentessa del Simone Weil- adesso che ho appreso molte cose voglio davvero aiutare le persone a lottare contro l’Aids, perché questa malattia insieme si può prevenire e affrontare senza emarginare nessuno”. Don Claudio Visconti, direttore della Caritas Diocesana ha voluto ringraziare personalmente uno per uno i ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa, così come i loro insegnanti: “Avete fatto un lavoro straordinario e mi auguro che possa essere di esempio per iniziative analoghe. E’ importante che si continui a parlare di questo problema: molto è cambiato rispetto a 25 anni fa, ma dobbiamo tenere accesa la speranza”.  Tutte le opere in concorso sono state caricate sul gruppo Facebook “Progetto Aids”, dove i ragazzi potevano anche commentare e condividere i lavori fatti dai loro coetanei: una modalità nuovo per comunicare con i giovani, rendendoli protagonisti e facendo emergere la loro creatività su un tema certamente difficile. Ma che vale la pena affrontare senza reticenze.