A Verdellino-Zingonia c’è il Creado: artisti, giornalisti, videomaker per formare una squadra vincente

Nelle parrocchie di città e provincia sta scoppiando l’estate dei Cre…Caldissima nonostante le condizioni meteorologiche inverse. Anche il Santalessandro c’è: in questo dossier incominciamo a raccontarvi le prime partenze…Ma poi continueremo a farlo anche nelle prossime settimane. Nel vostro Cre c’è qualche iniziativa particolare che vi piacerebbe segnalare, qualche esperienza che volete condividere? Scriveteci e verremo a trovarvi: redazione@santalessandro.org. Oppure mandateci un messaggio da Facebook. Vi aspettiamo.

Giunti al terzo anno di esperienza costruita intorno all’unità pastorale, il cre di Verdellino-Zingonia ha aperto i battenti proprio questa settimana, accogliendo 250 bambini, 50 animatori e tanti altri volontari adulti, prontissimi a sedersi…. Tutti a tavola!
Numeri ristretti che celano però all’interno l’ambizione di creare una rete tra tutte le generazioni, coinvolgendo le comunità dai più piccoli ai più grandi. Il cre, infatti, come ha spiegato don Francesco Sanfilippo, deve essere vissuto in modo pieno e vero e non come un “parcheggio”, una semplice e bella iniziativa che occupa il tempo di bambini e adolescenti; piuttosto, come un luogo da vivere in amicizia, ritrovando o scoprendo se stessi. Per questo motivo le attività estive sono state organizzate non solo a misura di bambino, ma soprattutto di adolescente, dando un’attenzione particolare a chi, forse, è il vero protagonista dell’estate in oratorio: gli animatori.
«La presenza degli adolescenti è essenziale durante i centri ricreativi estivi – ha sottolineato don Francesco-, ma i genitori devono staccarsi dall’idea di parcheggiarli per riempire il tempo delle vacanze. Gli adolescenti sono creature molto fragili: inseriti all’interno del grande calderone che, come sappiamo, è il Cre, il rischio è che si ritrovino a girare come trottole, perdendosi».
Innanzitutto, la preparazione. Gli animatori, dalla classe prima alla quinta superiore, si sono allenati durante il mese di maggio al compito che affronteranno nelle prossime quattro settimane, attraverso un lavoro intenso e mirato: impossibile arrivare impreparati! I più grandi, i ragazzi di quarta e quinta superiore, hanno preso in carico la gestione e l’organizzazione delle attività, tanto da essere definiti da don Francesco i pilastri dell’iniziativa.
Per i più giovani invece, appartenenti alla prima, seconda e terza superiore, è stata costruita un piccolo sotto-cre dal nome significativo CREADO: una serie di attività che si svolgeranno due volte a settimana, con tanti laboratori divertenti e creativi. L’idea di non allontanare del tutto gli adolescenti dal gioco e dalle attività tipiche di un cre è nata durante la verifica tenutasi tra tutti gli animatori al termine dello scorso cre, in cui è emersa la necessità da parte degli adolescenti di avere dei momenti riservati a loro, per ritrovarsi e fare gruppo, così essenziale alla loro età. «Inseriti all’interno delle squadre –ha continuato don Francesco-, il gruppo di animatori rischia di spaccarsi. Abbiamo scelto di regalare loro la possibilità di ritrovarsi, di scoprire la loro identità, di verificarsi, divertendosi e vivendo le amicizie.»
Al via quindi la creazione di murales, la redazione di un giornalino e anche la realizzazione di alcuni filmati che seguiranno passo passo lo svolgimento del cre. Se volete potete spiare la pagina facebook e divertirvi vedendo l’energia e la carica degli animatori.
Ma non finisce qua! Se il cre è un’attività che coinvolge tutta la comunità, essenziale anche la partecipazione degli adulti e dei genitori, chiamati a rispondere su più fronti e a mettere in discussione la convinzione di far partecipare a tutti i costi i propri figli al cre.
«I genitori dei ragazzi che avevano fatto la richiesta di partecipare come animatori sono stati convocati ad una riunione –ha raccontato don Francesco-; la partecipazione era una condizione necessaria perché i figli fossero ammessi. L’esperienza del cre è una fase importante per i ragazzi, ma è molto delicata: serve la collaborazione anche da parte della famiglia.»
C’è la volontà quindi di lavorare il più possibile con gli adulti e i genitori, coinvolti già nel lavoro di segreteria e in modo particolare nei laboratori, gestiti da un gruppo di mamme volontarie molto affiatate e volenterose. «Ci siamo chiesti, cosa facciamo? Quest’anno chiediamo ancora la disponibilità dei genitori oppure no? Abbiamo scelto di affidarci a loro, perché solo così si può creare una rete tra le generazioni.»
Insomma, un cre che dando attenzione a tutti, vuole costruire ponti e unità, perché non si faccia solo cre, ma si viva.

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