Da Lampedusa a Zanica: il gemellaggio dei Cre contro gli stereotipi

Da Lampedusa a Zanica. Quello che vediamo da qui di quell’isola lontana e bellissima è l’emergenza: i barconi che arrivano sulle spiagge, uomini, donne e bambini in fila per un letto e un pasto caldo. Ma non c’è soltanto questo. E ciò che accade offre comunque l’immagine di un popolo generoso, accogliente, sempre in trincea in un luogo “di frontiera”.
Una comunità che si sforza anche di vivere normalmente e di crescere. Ed ecco da dove parte il gemellaggio che si farà quest’estate con il Cre di Zanica: lo strumento giusto per combattere contro gli stereotipi, oltre che per regalare un’esperienza diversa ai giovani che arriveranno da Lampedusa.
Si farà nella prima settimana di luglio: “Ospiteremo un gruppo di sei ragazzi – spiega don Mattia Magoni, direttore dell’oratorio – alcuni hanno l’età dei nostri animatori, ma fra loro ci sarà anche un bambino che proverà il Cre in prima persona. E’ un’esperienza promettente per molti motivi. Ci permette di aprire gli occhi su una realtà diversa dalla nostra e di smontare grazie alle relazioni dirette tanti stereotipi che i media diffondono sulla situazione di Lampedusa: non è solo il posto dove arrivano i barconi”.
Parola d’ordine per questo gemellaggio è aprire, anzi, spalancare gli orizzonti. E in diocesi ce ne saranno anche degli altri. E’ un’iniziativa che in questi ultimi anni si sta diffondendo a macchia d’olio. “I ragazzi, spesso – dice don Emanuele Poletti, direttore dell’Ufficio per la pastorale dell’età evolutiva (Upee) – danno per scontato che l’esperienza dei Centri ricreativi estivi esista allo stesso modo dappertutto, ma non è così. Nella nostra diocesi, in Lombardia, nel Nord Italia è abbastanza comune, altrove no. Tanto che il nostro ufficio negli ultimi anni si è fatto carico di accompagnare altre diocesi nel percorso di formazione degli animatori. Sono nate relazioni di amicizia e scambi molto interessanti, e col tempo è capitato che qualcuno ci chiedesse di poter rafforzare la propria esperienza estiva con la presenza di animatori bergamaschi o di poter dare ai propri animatori la possibilità di provare di persona che cosa succede qui”. Così è iniziato un circolo virtuoso di scambi. “Sono esperienze che lasciano molta gioia – spiega don Emanuele -. I ragazzi vivono da protagonisti di un’esperienza importante, possono godere di uno sguardo diverso e si accorgono della fortuna che hanno”. Questa attività, quindi, non si rivela utile soltanto alle parrocchie che vengono aiutate: “Sono preziose anche per noi – sottolinea don Emanuele -, e per questo ci sentiamo di incoraggiare e alimentare questo movimento di energie, di conoscenze e di persone”.
Quest’anno oltre a Zanica sono coinvolte anche le parrocchie di Grassobbio e Chiuduno. “Otto ragazzi di Chiuduno tra i diciassette e i diciotto anni – spiega don Tommaso Frigerio, vicario parrocchiale – andranno in una parrocchia di Firenze in contemporanea con il nostro Cre: quattro nella prima settimana dal 15 al 22 e quattro la settimana successiva. L’estate degli oratori in Toscana è ancora agli albori, perciò questo diventa un servizio svolto in forma di condivisione. I nostri ragazzi partono per offrire anche ad altri quello che vivono con gioia a casa loro, per conoscere altri coetanei e vivere un’esperienza particolare. E’ solo il secondo anno che si fa questa proposta ma c’è già la gara per andare”.
Stessa situazione anche a Grassobbio: “Quest’anno – dice don Luca Gambirasio, direttore dell’oratorio – avrebbero voluto andare tutti a Mercatale, parrocchia toscana con cui abbiamo già avviato l’anno scorso questo gemellaggio tra Cre. Partiranno in dieci, cinque dal 14 al 22 giugno e cinque nella settimana successiva. Sono tutti di terza superiore. Saranno ospitati dalla parrocchia in una casa autogestita, ma poi durante la giornata vivranno in oratorio e nelle famiglie degli altri animatori. Il loro Cre dura due settimane. A Luglio poi qualcuno di loro salirà per seguire il nostro, che parte il 29 giugno: saranno sempre una decina di ragazzi, ospitati dall’oratorio e dalle famiglie. L’anno scorso è stata una bellissima esperienza, i ragazzi sono tornati carichi di entusiasmo. Nascono ogni volta nuove amicizie e nuove consapevolezze. Noi siamo abituati ad avere oratori molto strutturati che organizzano mille attività mentre là tutto questo non c’è. Dall’altra parte là invece hanno trovato una disponibilità, un’attenzione alle relazioni, una calma e serenità nella gestione degli impegni che non sempre da noi c’è”.