“Quanti immigrati ha il Vaticano?”. Geniale contributo di Matteo Salvini al dibattito

Foto: un gruppo di immigrati sugli scogli di Ventimiglia

IL RITORNELLO

Quanti rifugiati ci sono in Vaticano? Lo ha chiesto Matteo Salvini a Radio Padania (vedi anche il commento di Daniele Rocchetti). È un mantra ormai. Salvini parla spesso di immigrati anche perché quel tema gli rende. E spesso, quando ne parla, parla del Papa e lo attacca. E quando parla del Papa, immancabilmente, ecco la domanda: quanti rifugiati ha il Papa in Vaticano? Oppure la proposta: Il Papa accolga lui nei suoi palazzi gli immigrati. Geniale la proposta. Qualche centinaio di rifugiati nelle stanze di Raffaello o nella Cappella Sistina sarebbero davvero la definitiva soluzione al dramma. Il che dimostra che a Salvini non interessa come risolvere il problema, ma usare il problema per tenere viva polemica. E fare polemica rende, appunto, su quel tema soprattutto.

UNA CERTA IDEA DI CHIESA

Ma non è geniale solo la proposta ma la forma, il modo. Perché, dietro quella provocazione ritorna ancora una volta un’idea di Chiesa che è essa pure tipica di gente come Salvini: navigato politico e finissimo cultore di teologia. La Chiesa per costoro è il Papa. Se la raccomandazione è che il Papa dia seguito a quello che raccomanda, si guardino in giro Salvini e compagni e quello che fanno le Caritas le quali, nella Chiesa, sono precisamente quelle che animano la carità. Se fossero un più attenti alla realtà della Chiesa, non andrebbero a chiedere l’ospitalità di qualche decina di immigrati in Vaticano quando migliaia di immigrati sono già ospitati da istituzioni ecclesiali. Il Papa e la Chiesa hanno già fatto quello che gli chiede di fare Salvini. Solo che Salvini e compagni se la prendono anche con le Caritas. Dunque, ancora una volta, non sono gli immigrati che gli stanno a cuore, ma i voti che possono racimolare rinfocolando le paure e le incertezze che nascono attorno a quel dramma.

INTANTO A MILANO E A VENTIMIGLIA…

Intanto i milanesi hanno portato da mangiare agli immigrati della Centrale e gente di qua e di là dalla frontiera di Ventimiglia hanno portato da mangiare agli immigrati degli scogli. E intanto c’è solo da sperare che la politica, con tutte le sue lentezze, riesca a partorire qualcosa, perché quella è la strada: degli accordi seri, una politica pensata che dia uno sbocco a questo mare in ebollizione. Le sparate a Radio Padana non portano da nessuna parte.