Contemporary locus 8 alza il velo sul monastero del Carmine. Uomini, animali, cibo, arte. Un dialogo intimo e segreto

C’è una nuova soglia sulla Corsarola. Non si nota subito, è una sorpresa quel varco accanto all’ingresso della chiesa di Sant’Agata del Carmine, lì dove i passanti sono abituati a trovare, a seconda delle stagioni, mostre di presepi e pesche di beneficenza. Ma adesso (ufficialmente da sabato, e in anteprima domani) c’è un passaggio che invita in modo esplicito a scoprire un luogo incantevole e appartato del borgo antico: il monastero del Carmine. È stato riaperto grazie a un intenso lavoro di squadra che ha unito soggetti pubblici e privati: Comune, parrocchia della Cattedrale, Teatro Tascabile, Suntrading.
Ma a svelare per prima la magia che c’è nei locali dell’antico monastero è la mostra di Contemporary locus, associazione che da anni tesse con pazienza e attenzione reti di relazioni d’arte. E riscopre attraverso di esse frammenti dimenticati e preziosi della città. La mostra, curata da Paola Tognon, si inaugura giovedì alle 19, con un incontro e uno spettacolo teatrale che renderanno la serata molto speciale, ben al di là di un comune vernissage. È un delicato equilibrio di sculture, immagini, energie e simboli che attraversano mondi diversi, a partire da una connessione sfaccettata e spesso metaforica tra uomo e animale.
Nei locali del primo piano del monastero, saloni mai aperti al pubblico prima, c’è – già nelle strutture e negli spazi – un incontro di antico e moderno che esercita la potente suggestione della vita vissuta, del tempo che scorre e lascia il segno, di segreti smarriti e sussurati dalle pareti, con il fascino di tutti i suoi «rattoppi», con i suoi contrasti di pietra, legno e cemento.
Le opere della mostra creano un dialogo singolare con questo ambiente, il silenzio, i fregi che ancora si scavano uno spazio tra le pietre consunte, i resti delle antiche celle dei monaci, dipinti appena leggibili, sigle, motti latini che invitano alla preghiera, i camini spenti.
A mettere subito in chiaro i rapporti spaziali è il distanziatore museale di Etienne Chambaud, Contre–‐Dépouille (Undercuts,2012). Un’opera di relazione, realizzata con pelle di pitone rovesciata, che compie con lo spettatore il gioco più classico della seduzione: lo stuzzica, lo incuriosisce, lo attira a sé, ma poi lo tiene a distanza. Non a caso il percorso di ricerca di questo artista, che vive e lavora a Parigi, insegue le ragioni degli oggetti, e vi imprigiona filamenti d’anima. E poi, sullo sfondo, ecco comparire netti i contorni di Animal e Z. T., 2003, due opere storiche di Berlinde De Bruyckere, che è stata fra l’altro tra i protagonisti del padiglione belga alla Biennale di Venezia: sono corpi in mutazione, realizzati con materiali poveri, che spiccano sul riquadro della grande finestra affacciata sulle valli sul fondo del salone. Bozzoli, creature dolenti, ripiegate su se stesse, come in attesa di essere plasmate da una nuova trasformazione. Accanto ad esse, un’opera del giovane (classe 1986) e talentuoso artista russo Evgeny Antufiev Untitled 2013, efficace costruzione e rappresentazione di uno scambio attivo e consapevole tra storia e immaginazione, tra antropologia e memoria. È un’installazione articolata, una vera e propria «scultura sociale», come la definisce Paola Tognon, quella dell’Atelier dell’errore, progetto di Luca Santiago Mora nato nel 2002 a servizio della Neuropsichiatria infantile di Reggio Emilia. Dal 2013 esiste anche a Bergamo, ospitato all’interno del Museo Civico di Scienze Naturali, si realizza in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo e l’Istituto di Paleontologia del Museo E. Caffi e nel tempo si è strutturato sempre di più come progetto artistico. Nel 2010 (per restare in ambito locale) è nata un’installazione site specific per Humanitas Gavazzeni, in questo momento è aperta una mostra a Milano (fino al 15 settembre) «Uomini come cibo», che ben si accorda con i temi di Expo, promossa da Max Mara in collaborazione con Collezione Maramotti (Via Monte di Pietà, 23). In quella sede si possono ammirare quaranta opere realizzate dai ragazzi dell’Atelier dell’Errore.
Qui a dominare la scena sono due grandi animali, e accanto ad essi c’è un video di uno dei ragazzi dell’Atelier Big, il progetto che permette agli allievi di continuare a coltivare il loro talento da adulti, dopo i 18 anni. Cattura gli sguardi con il suo taglio eccentrico e il ritmo ipnotico, e catalizza le energie liberate da questi animali fantastici, antropofagi, sviluppati in geometrie variegate. «Gli animali – sottolinea Luca Santiago Mora – hanno anche un nome proprio: indicano i nemici di questi bambini della neuropsichiatria che soprattutto in ambiente scolastico sono i soccombenti, i perdenti. Da tanti anni abbiamo focalizzato il tema degli animali, del cibo, dei predatori e si è aperto un mondo incredibile, ne hanno disegnati moltissimi. Non sono figure cattive o aggressive, finiscono col racchiudere i loro problemi, metterli sulla carta, allontanarli un po’. Come dicono loro è legittima difesa. Un percorso per accrescere la propria autostima e costruirsi delle armi. Questi sono gli animali custodi dei nostri ragazzi». E sul video Luca spiega: «La ragazza che si vede nel filmato, Laura, ha tutta una sua predisposizione rituale prima di disegnare, compie una sorta di danza per preparare ciò che farà. Posto in quella posizione il video, in coincidenza con il taglio del soffitto (così netto, così perfetto) diventa una sorta di portale di accesso a un mondo che le è negato dalla forza e dalla grevità di questo limite. L’arte è una mediazione che permette dall’altro lato a noi “normaloidi” di accedere a un’insospettabile ricchezza e di far emergere realtà stupefacenti, che altrimenti ignoreremmo. La loro non è un’arte irregolare, il percorso che stiamo facendo con questi ragazzi mira proprio a far conquistare loro la patente di artisti tout court che si meritano».
Giovedì 25 dopo l’inaugurazione, alle 21,15, si svolgerà lo spettacolo del Teatro Tascabile «Rosso Angelico. Danza per un viaggiatore leggero», inserito nella rassegna «Teatro vivo» biglietti interi 10 euro e 8 ridotti prenotazione consigliata allo 035.242095. In caso di pioggia spettacolo e prenotazioni vengono annullate.
Informazioni: www.teatrotascabile.org, www.contemporarylocus.it.

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