Gli italiani che vanno in vacanza? Sono più della metà. Sarà una vera ripresa? L’indagine Doxa

La settimana scorsa vi abbiamo raccontato storie di vacanze nel segno dell’impegno: vacanze missionarie, viaggi che aiutano a dare senso alla vita, a superare le difficoltà, a fare dono di sé agli altri. Questa settimana ecco ancora sguardi diversi sulle vacanze: quelle di chi parte, ma anche di chi le utilizza per preparare un concorso, oppure per sorprendersi, restando in città, riscoprendo le relazioni con amici e vicini, o ancora per lavorare accanto ai più deboli.

«Dai dati emersi dall’undicesima edizione dell’Osservatorio Europcar che ogni anno, con l’Istituto di ricerca Doxa, fotografa gli stili di vacanza degli italiani, risulta che va in ferie il 54% dei nostri connazionali. Rispetto al 46% del 2014 questo sensibile rialzo segnala che il 2015 è l’anno della ripresa economica. Questo dato in forte crescita rappresenta un ulteriore segnale che la lunga e pesante crisi che ha toccato il nostro Paese e il resto del mondo pare essersi davvero alleviata. La percentuale degli italiani che prevedono di fare almeno un periodo di vacanza è tornata al 54%, ovvero ai livelli pre-crisi e circa 10 punti in più rispetto agli ultimi due anni. Può apparire un dato eccessivo se si pensa che il PIL dell’ultimo trimestre è cresciuto solo dello 0,3% e la situazione occupazionale mostra ancora andamenti contrastanti sebbene ci siano anche su questo fronte segnali positivi. Ma i consumi sono molto più reattivi rispetto al PIL e tutti gli indicatori sulla fiducia dei consumatori sono in deciso rialzo nell’ultimo trimestre, nonostante un lieve calo nel mese di maggio. La reazione dei consumi comincia ad esserci e il turismo sembra uno dei primi settori a reagire, come del resto è sempre stato storicamente».
Paolo Colombo, ricercatore della Doxa di Milano, Istituto specializzato in sondaggi d’opinione, analisi di mercato e ricerche statistiche fondato nel 1946, illustra i risultati dell’indagine che studia il turismo di quasi 10 milioni di italiani, il 16,4% delle famiglie. «In questo contesto si conferma in modo evidente che in questa crisi non hanno operato solo componenti finanziarie o di crollo degli investimenti, ma anche un vero e proprio crollo della fiducia, che si traduce in aspettative negative e in contrazione della domanda in attesa di un futuro “migliore”. Questo clima di incertezza (con annessi il rischio di perdita di lavoro, minori entrate e di non poter gestire eventi imprevisti) ha pesato enormemente sui consumi interni. Quando questa “perdita di fiducia” viene ripristinata con aspettative positive, come pare stia avvenendo ora, l’economia può finalmente ripartire», precisa Colombo. Ma attenzione, perché «abbiamo anche la conferma che la ripresa sarà comunque lenta. Infatti se osserviamo i dati sulla durata delle vacanze, nel 67% dei casi sarà una vacanza di massimo una settimana e solo una percentuale assai limitata farà una vacanza di oltre 10 giorni. Ciò testimonia da un lato la volontà di riprendere a fare vacanze, ma dall’altro significa che si spenderà ancora poco e quindi gli effetti sui bilanci delle imprese saranno contenuti e ci vorrà tempo prima che diventino veramente significativi», avvisa il ricercatore Doxa.

Il tema dell’inchiesta è il “Turismo senza confini: i bisogni dell’accessibilità”. Dall’indagine è emerso che questo esercito di turisti italiani riscontra problemi di accessibilità. Quali sono i maggiori ostacoli? «Tra le principali esigenze, sicuramente vi sono quelle legate alle infrastrutture per i bambini (31%), e all’assistenza sanitaria (27%), mentre il 23% richiede una specifica accessibilità alle strutture e il 22% la richiede durante il viaggio o gli spostamenti; una percentuale importante, il 21%, richiede, infine, infrastrutture per animali».

È vero che per la prima volta nel nostro Paese, seguendo gli studi commissionati sul tema dalla UE, si sono prese in considerazione non solo le persone con disabilità motorie o sensoriali e i senior, ma anche categorie come i malati cronici, i turisti che viaggiano con i loro animali domestici, le famiglie numerose e con bambini piccoli?
«Sì, abbiamo preso in considerazione tutte le famiglie, che, a vario titolo, possono avere problemi o difficoltà nell’affrontare un viaggio o una vacanza. Nella loro totalità esse sono risultate oltre il 16% del totale delle famiglie, ossia circa 4 milioni, un numero davvero importante e di fronte al quale gli operatori del settore non possono restare fermi a guardare».

Mare, montagna o città d’arte? Qual è la meta prescelta dai vacanzieri? «L’Italia (74%) stravince il confronto con l’estero che è in calo (18%). Il 68% dei vacanzieri andrà al mare, seguito a distanza dalla montagna e collina (13%), dalle città d’arte (11%, con un balzo di oltre 5 punti, sicuramente anche un parziale effetto EXPO), dai tour e dalla campagna (entrambi al 3%) e da lago o altre destinazioni (1%). Il vistoso calo della montagna, che in due anni perde 5 punti, è da ascrivere anche a quell’8% in più di italiani che andranno in vacanza e che facilmente viaggeranno low cost, prendendo pacchetti scontati per destinazioni che, per la stragrande maggioranza dei casi, sono località di mare. Tra le regioni, la Puglia è ancora prima mèta per chi sceglie l’Italia (15%), seguita da Toscana (11%), Sicilia (9%), Calabria (8%) e, ex aequo, Emilia Romagna e Sardegna. In calo Liguria (6%) e Campania (5%). In deciso calo il Trentino Alto Adige (3%) che però “sostituisce” il turismo nazionale con quello, più ricco, proveniente dai paesi stranieri dell’Est Europa e che ha mantenuto trend crescenti anche durante la crisi».

Automobile, treno o aereo, chi vince tra questi tre mezzi di trasporto usati dal popolo in movimento verso le sospirate ferie?
«L’auto cresce e si conferma il mezzo di trasporto più amato (67%), seguita dall’aereo (21%), dal treno (7%) e da altri mezzi come moto, camper, ecc. (8% nel complesso). Nell’anno della definitiva affermazione del car sharing, che ha conquistato ormai diverse città italiane, anche l’autonoleggio mostra segnali di vivacità sebbene venga influenzato dalla crescita generale dei vacanzieri – in buona parte turisti low cost – e dall’incertezza se scegliere destinazioni dove è necessario il fly&drive o dove si può andare con i propri mezzi».

Gli italiani e la vacanze oltre confine: quale nazione riscuote i maggiori consensi?
«Del 18% di vacanzieri che andrà all’estero, tra le destinazioni preferite sale la Francia (15%), scende la Spagna (12%), stabili Grecia e Germania mentre registra una crescita importante la pur lontana e costosa America del Sud (8%), sicuramente per effetto del cresciuto numero di collegamenti e della programmazione di alcuni importanti tour operator».

La propensione al viaggio è direttamente proporzionale all’età?
«Non proprio, la percentuale dei vacanzieri tra i senior non è più elevata rispetto a quella dei più giovani, però rappresenta un target interessante poiché in molti casi i senior possono permettersi vacanze ben più lunghe e, tendenzialmente, anche un maggior numero di periodi di vacanza durante l’anno, anche e soprattutto fuori stagione».

Quali sono le fonti privilegiate di informazione prima di partire? Vale ancora il passaparola tra amici e parenti o internet la fa da padrone?
«Con particolare riferimento al turismo accessibile, emerge con forza l’importanza dell’informazione quale fattore abilitante dell’accessibilità. Tutti i target presi in esame chiedono informazioni specifiche per l’organizzazione delle vacanze: e se internet in generale (64%) e i siti di enti pubblici nello specifico (40%) restano le fonti privilegiate e più utili, è forte il valore del passaparola tra amici e parenti (39%) soprattutto per la sua capacità di veicolare e di trasmettere quella componente immateriale del servizio che riguarda in genere l’accoglienza e che si traduce in cortesia, attenzione, professionalità degli operatori».