Il prefetto di Bergamo Francesca Ferrandino, il problema profughi e le villanie della Lega

Foto: Francesca Ferrandino, prefetto di Bergamo

E’ lecito urlare al prefetto quanto segue? A) Vattene. B) Prima d’andartene, caccia i soldi dell’affitto dell’alloggio a via Tasso, di proprietà della Provincia. Con tanto di conto, calcolato a occhio, in una milionata o due. Parole e musica della Lega Nord, naturalmente.

LA FERRANDINO SOLA DI FRONTE ALLE AGGRESSIONI

No, non è affatto accettabile. Pur sorvolando sulla grossolanita’ dello stile. Eppure il prefetto in questione, quello di Bergamo, Francesca Ferrandino, è stato a lungo lasciato solo – diciamolo – di fronte a questa aggressione.

Perché Donna Francesca dovrebbe cambiar sede? I leghisti lo dissero subito: per il semplice motivo che è meridionale (campana), perbacco. E fu riesumata una vecchia statistica per cui la maggioranza dei prefetti a Bergamo è stata d’origine sudista. Dunque, sostengono loro, è l’ora di finirla. Povero Salvini, che s’affanna a tentare di raccattare voti a Roma e in Sicilia, con le sue felpe inneggianti ora a Viterbo ora a Siracusa! Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Fatto sta che, in quanto a benvenuto, mica male. E il funzionario – sbagliando – istintivamente s’irrigidi’.

Aperta parentesi. Quando uno viene da fuori, può starci di raccogliere dissensi. Però in una città spetta alle istituzioni prendere in consegna il forestiero, fino a prova contraria, e farlo sentire, se non proprio a casa sua, in un ambiente civile. A Bergamo ciò è accaduto in modo sporadico e tardivo. Ecco perché Francesca Ferrandino s’è sentita sola. Pur raggiunta da attacchi volgari. Risultato: lei ha fatto il rappresentante del governo. Punto e basta.

PREAVVISARE PER L’ARRIVO DEI PROFUGHI? IMPOSSIBILE

In quest’ultima fase, la frana delle critiche sta scendendo a valle, ingrossata dalle polemiche per i profughi. Il prefetto assegna i richiedenti asilo ai comuni, e buonanotte. Senza un minimo di dialogo. Sicché la Lega giudica confermato che la signora napoletana non ha alcun rispetto per il territorio. E pure i sindaci Pd prendono cappello. Trattasi, d’altra parte, di argomento molto scivoloso questo dei profughi. In tutt’Italia, non solo al Nord, i cittadini, in generale, non vogliono più ospitare nessuno. Sicché accettare stranieri significa perdere voti. E non c’è sindaco – di destra o di sinistra – disponibile ad accettare un rischio simile.

Tuttavia il prefetto – che si chiami Francesca Ferrandino o Antonio Locatelli – deve continuare a svolgere le sue mansioni. Volete che comunichi a un comune con 48 ore d’anticipo un trasferimento di profughi? Gli organizzerebbero un blocco stradale. Con l’arma della persuasione, bisognerebbe far capire agli stessi residenti che queste persone, in sfrenata circolazione, non si possono far sparire con la bacchetta magica. Senza contare che, a parte un caso isolato, non risulta che i  profughi finora abbiano causato guai. L’assicura don Claudio Visconti, responsabile della Caritas locale, fonte al di sopra d’ogni sospetto.

DEMAGOGIA

Morale della favola. L’invocata persuasione non può scendere in campo se il punto di partenza è una prevenuta villania. In tema di linguaggio, pare opportuno mettere qualche paletto. Che le parole, per favore, conservino il loro significato. Altrimenti chiunque si sente in diritto di dire la prima cosa che gli viene in mente. E fa pure un figurone, assodato che ormai l’importante è stupire, a prescindere. Da che? Dalla logica, dal comune senso della normalità, dal buon gusto. Chiamasi demagogia. Ma purtroppo pochi interlocutori, sempre di meno, sanno selezionare. E non abbiamo perduto un sacco d’anni appresso alle sciocchezze da spaccamontagne di Bossi, fatte passare per innocue battutacce? I suoi nipotini perseverano.