La Grecia, la cultura, i soldi. Il musicista Giovanni Allevi dice che…

Foto: Giovanni Allevi

“La realtà più decisiva per l’Europa è la cultura, non i bilanci economici. E l’ho capito in Giappone”. Lo ha affermato Giovanni Allevi, notissimo musicista, alla trasmissione radiofonica “Manuale d’Europa” di sabato 18 luglio.

IN GIAPPONE DICONO CHE LA NOSTRA CULTURA DEVE FARE I CONTI CON PLATONE E ARISTOTELE 

Giovanni Allevi ha raccontato che, in occasione di una manifestazione musicale a Tokio, si è confrontato con alcuni esponenti del mondo culturale giapponese i quali gli hanno manifestato la convinzione che i grandi ispiratori della cultura occidentale sono Aristotele e Platone e che la culla dell’arte è l’Italia. Si può discutere, naturalmente, su questo ma forse si discute poco sul dato che la cultura conta di più, in fondo, dei soldi. Perché si può e si deve discutere di soldi se prima si sa, anche solo per approssimazione, chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. Ma è un po’ difficile il contrario: è difficile capire chi siamo discutendo soltanto di soldi.

SCHÄUBLE PASSERÀ. ESCHILO NO

Certo, dire che è più importante la cultura dei soldi, in un periodo in cui i soldi mancano drammaticamente, può apparire un lusso fuori posto. Ma i soldi mancano davvero dappertutto e mancano soprattutto nel paese di Platone e Aristotele. Che poi è anche il paese di Omero, di Eschilo, Sofocle ed Euripide, Aristofane, Fidia… e tanti altri. Proprio in quel paese si stanno vivendo giorni di lacrime e sangue. Di fronte alla crisi economica della Grecia le durezze di Schäuble pesano molto di più della Metafisica di Aristotele, dell’Iliade e dell’Edipo re. Così va il mondo. L’unica consolazione dei romantici – Giovanni Allevi e tanti altri che la pensano come lui – è ricordare che crisi politiche ed economiche ci sono sempre state, anche nella Grecia classica. Ma sono passate. Omero, Platone, Aristotele e gli altri grandi, invece, sono rimasti. C’è da giurare che anche la crisi attuale passerà e passerà anche Schäuble mentre Omero, Platone, Aristotele e gli altri resteranno. Il nostro guaio è che dobbiamo cercare di contrastare la certezza dura dei soldi, che pesa duramente oggi, con la certezza leggera della cultura che si spera possa continuare a pesare domani.