L’amministrazione Gori e le eccezionali attenzioni verso l’Atalanta e Percassi

Foto: Antonio Percassi, presidente dell’Atalanta

BEL COLPO DELL’ATALANTA

Bel colpo dell’Atalanta. Acquistato Belotti, il Gallo di Gorlago del Palermo (non c’è tifoso che non lo vorrebbe)? Risposta errata. Il colpo a sorpresa dell’Atalanta è il più che probabile ripescaggio in Lega Pro dell’AlbinoLeffe. A sorpresa, in quanto la società seriana era stata data per morta in seguito alla retrocessione sul campo fra i dilettanti. Morta, cioè eliminata. Non più in grado – anche per sua propria scelta – d’occupare l’Atleti Azzurri come stadio per le gare casalinghe.

FACCIAMO I CONTI IN TASCA A PERCASSI

Invece l’AlbinoLeffe continuerà ad ospitare Bassano, Lumezzane e Feralpi Salò nello stravecchio impianto di viale Giulio Cesare. Che scocciatura per i nerazzurri! Una scocciatura, tuttavia ben remunerata. Percassi tratterrà in portafoglio, a occhio e croce, un paio di milioni. Ecco l’affarone. Due conti. Euro 220 mila (all’anno) risparmiati per il dimezzamento del canone d’affitto. Un milione e mezzo circa per il restyling in corso d’opera, anch’esso da dividere in parti eguali con Andreoletti, patron della Bluceleste.
Ma come? L’AlbinoLeffe, in terza categoria, paga uguale dell’Atalanta, che, giocando in serie A, percepisce un sacco di soldi per i diritti televisivi? Fino a tutto il 2014 non era così. I seriani pagavano un quarto rispetto ai cittadini. Attenzione però. Il dibattito è scivoloso. Ciò che suggerisce a prima vista il buon senso, ossia che la maggiore esposizione toccherebbe alla società più importante, potrebbe non corrispondere alle reali problematiche. In questa sede, entrar nel merito non rileva. E comunque l’AlbinoLeffe, se ha accettato, avrà avuto i suoi motivi.
Fatto sta che, scaduta la convenzione, il Comune, proprietario dell’impianto, ne aveva proposta un’altra, considerando come unica interlocutrice l’Atalanta, se non per una clausola riguardante appunto il ripescaggio dell’AlbinoLeffe. Euro 440 mila d’affitto. E, per il capitolo restyling, la distinzione fra opere d’interesse pubblico (l’area riservata agli inabili, la nuova illuminazione, eccetera), costo un milione e 200 mila, e d’interesse privato (i box, per esempio), spesa due milioni. Denaro anticipato dall’Atalanta, con restituzione in 4 anni.

PERCASSI HA FATTO VALERE IL SUO PESO

E la clausola? Stadio concesso, ma spese fifty-fifty, appunto. Restano d’attualità un paio d’osservazioni. A) Per le casse comunali – esauste, come non si perde occasione di sottolineare da parte degli amministratori – sono congrui i 440 mila euro del canone sganciati in solido dalle due società? In altre parole, al di là del criterio di suddivisione fifty-fifty, non si poteva realizzare un po’ dì più, con due clienti in affitto invece che uno? B) Il restyling, alla fine, lo paga il Comune, che del resto dello stadio è il proprietario. Ma si tratta di oltre tre milioni per importanti interventi che rispondono, almeno in parte, ad esigenze televisive e di marketing, ad uso e consumo della società nerazzurra.
Senza nascondersi dietro a un dito, concludiamo pure che Percassi ha fatto valere il suo peso. Operazione che gli riesce sempre al meglio, anche perché – onore al merito – pare la sola personalità, in questa città, capace di passare dalle parole ai fatti. Si veda l’aiuto alla Foppapedretti, richiestogli espressamente – non è un mistero – da più d’uno dei notabili cittadini. Se vuoi favori, qualcosa in cambio poi devi pur dare.

ATALANTA INTOCCABILE

Nella trattativa col Comune, si sarà parlato pure della prospettiva che l’imprenditore clusonese acquisti, prima o poi, l’Atleti Azzurri. E può darsi che questa prospettiva abbia condizionato il contenuto della convenzione, magari nella clausola riguardante il ripescaggio dell’AlbinoLeffe. Che tuttavia si trova nell’imbarazzante situazione di dover finanziareun’opera per la cui realizzazione neppure è stata interpellata.
Troppo timido il sindaco? Eppure il suo primo anno alla guida della città può dirsi contrassegnato da una certa discontinuità rispetto ai suoi predecessori, tutti alla catena – chi più chi meno – di un diffuso provincialismo. La verità, tutta la verità? Atalanta meritatamente amatissima. Ma anche intoccabile. Addirittura quasi giustamente, in base al sentimento popolare, per quanto equo possa essere il concetto d’intangibilità. Perfino per un primo cittadino dal passato milanista, come Giorgio Gori.
Un’altra la riflessione conclusiva. Possibile che una città come Bergamo, in un profondo nord che tende ad osservare con la puzza sotto il naso altre situazioni, non sia in grado di risolvere alla radice un problema vissuto come prioritario dalla gente? Eppure la costruzione di un nuovo stadio da decenni resta una pia illusione.