Obama cita il Papa: la cura dell’ambiente è un “obbligo morale”. Poi chiama Bill Gates. E lui risponde

Dopo l’enciclica di Papa Francesco sul clima “Laudato si’ ”, si stanno moltiplicando le dichiarazioni d’interesse per una nuova politica globale sull’ambiente. Il presidente degli Usa Obama, solo qualche giorno fa, citando esplicitamente il messaggio del Papa, ha parlato di “obbligo morale”. Negli stessi giorni il multimiliardario Bill Gates ha pubblicato un post sul proprio blog dedicato allo stesso tema. “A giugno – ha scritto Gates – durante un viaggio in Europa ho detto che avrei investito un miliardo di dollari nella tecnologia per l’energia pulita nei prossimi cinque anni. Abbiamo bisogno di essere capaci di dare energia a tutti i settori dell’economia con fonti che non emettano biossido di carbonio”. L’impegno di Gates però non è solo economico. In Europa, senza clamore mediatico, il miliardario ha parlato con molti leader politici. “Con questo post – ha scritto su www.gatesnotes.com – voglio condividere i passi che li ho incoraggiati a fare”.
Gates non è nuovo ad iniziative di questo tipo. Già cinque anni fa, in una conferenza per il circuito internazionale “Ted”, aveva esposto le proprie teorie sui cambiamenti climatici. “Penso – dice Gates – che il tema è particolarmente importante perché, di tutte le persone che saranno colpite dai cambiamenti climatici, quelle dei Paesi poveri soffriranno di più. Le temperature più elevate e condizioni climatiche meno prevedibili sarebbero una vera dannazione per i contadini più poveri: molti di loro vivono già al limite e possono essere travolti anche da un solo cattivo raccolto. In altre parole, il tema è importante perché i cambiamenti climatici potrebbero condizionare le forniture alimentari che potrebbero diminuire. La fame e la malnutrizione potrebbero salire. Sarebbe una terribile ingiustizia se lasciassimo che i cambiamenti climatici annullassero i progressi che negli ultimi cinquanta anni sono stati fatti contro la povertà e la malattia. Sarebbe doppiamente ingiusto però soprattutto perché le persone che ne soffriranno di più sarebbero proprio quelli che fanno di meno per causare il problema. Oltre a mitigare i cambiamenti climatici, l’energia pulita a prezzi accessibili contribuirà così a combattere la povertà”.
Bill Gates, però, non è pessimista: “Vedo alcuni progressi incoraggianti sul clima e l’energia pulita. I difensori dell’ambiente meritano credito per aver messo il problema dei cambiamenti climatici così in alto nell’agenda del mondo. Molti Paesi si stanno impegnando a mettere in atto politiche per ridurre l’impatto dei gas serra. Il costo di celle fotovoltaiche solari è sceso di quasi dieci volte negli ultimi dieci anni, e le batterie che immagazzinano l’energia creata da fonti intermittenti come il solare e il vento sono sempre più potenti e meno costose”. I leader dei principali Paesi del mondo si incontreranno a Parigi a dicembre per uno dei più importanti meeting internazionali sul clima e l’energia degli ultimi anni. L’incontro si chiama “Cop21” e servirà a scrivere una sorta di carta internazionale per la riduzione delle emissioni inquinanti. “Si tratta di un appuntamento importante per risolvere la crisi del clima ma penso che dovremo anche andare oltre”, ha scritto Gates nel suo post del 29 luglio.
“Se noi saremo in grado di creare l’ambiente favorevole all’innovazione – ha aggiunto Gates -, potremo accelerare il ritmo del progresso, sviluppare e implementare nuove soluzioni, e, infine, fornire a tutti energia affidabile e a prezzi accessibili. Siamo in grado di evitare gli scenari peggiori del cambiamento climatico. Potremo permettere alle persone di uscire dalla povertà crescente e di avere cibo in modo più efficiente e potremo quindi salvare molte vite umane riducendo l’inquinamento”. Per raggiungere questi obiettivi, il finanziere americano ha deciso di investire un miliardo di dollari in cinque anni per sviluppare nuova tecnologia per l’energia pulita. È convinto, infatti, che per creare questo futuro “abbiamo bisogno di prevedere alcuni passi: creare incentivi per l’innovazione, sviluppare mercati che aiutano a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni”, e soprattutto, “dovremo cominciare a trattare i Paesi poveri in modo più giusto”.