Solo peperoni, zucchine e pomodori? Eh, no. L’agricoltura è sociale

Solo peperoni, zucchine e pomodori? Neanche per idea, l’agricoltura italiana è molto di più e le sue risorse inaspettate. Quest’ambito del primo settore, infatti, da tempo ferito da mille difficoltà strutturali e congiunturali, con un sussulto d’orgoglio raccoglie le sue forze e si rilancia, scegliendo di coniugarsi col welfare. La chiamano “agricoltura sociale”, ed ora può avvalersi anche di una legge ad hoc, approvata pochi giorni fa dalla Commissione agricoltura della Camera. Il Forum nazionale dedicato ad essa la considera una prospettiva di sviluppo davvero promettente, in quanto espressione della cosiddetta “agricoltura multifunzionale”, un approccio al mondo dell’agricoltura che include anche attività sociali e ambientali non rivolte alla produzione agricola vera e propria, bensì finalizzate a perseguire il benessere dell’intera cittadinanza. Qualche esempio concreto? Fattorie didattiche, agri-nido, agri-asilo, ecc…, ma anche percorsi terapeutici, riabilitativi e di cura. Senza tralasciare l’inserimento sociale e lavorativo di fasce di popolazione svantaggiate e a rischio di marginalizzazione. Insomma, un modo di vivere l’agricoltura che rappresenta “una vera promozione della coesione sociale, in modo sostanziale e continuativo”. E non stiamo parlando certo di un’iniziativa di “nicchia”: le imprese coinvolte sono più di duemila (la maggior parte espressioni del terzo settore), mentre si calcolano alcuni milioni di potenziali utenti e, verosimilmente, un numero ancora più elevato di consumatori. Un esempio di come possano coesistere, anzi cooperare, il profit e il sociale. Se poi tutto ciò avviene all’ombra delle fronde di un albero verde o tra le rigogliose spighe di un campo di grano, il valore e l’apprezzamento dell’iniziativa crescono esponenzialmente, in un mondo che sta “morendo per asfissia”, in seguito all’autodistruzione dei suoi “polmoni verdi” e all’inquinamento che ne avvelena l’ambiente.
Dunque, nel tempo di internet e della iper-tecnologia, un motivo in più per non dimenticare il dono della terra, tornare con fiducia a coltivarne i frutti e, soprattutto, attraverso ciò, contribuire a ristabilire l’armonia e la solidarietà tra gli esseri umani.