Pochi bambini: l’Italia è a crescita zero. A Bergamo saldo negativo. Più nascite in provincia

«La realtà nazionale è molto variegata a livello territoriale, con differenze significative tra ripartizioni geografiche e tra grandi e piccoli comuni. Infatti, il comune di Bergamo si differenzia molto dalla sua provincia. Come di solito accade, i grandi centri urbani crescono per le migrazioni, particolarmente dall’estero, mentre perdono popolazione a causa di un saldo naturale negativo. La provincia di Bergamo invece presenta un saldo naturale positivo con un tasso di crescita naturale dello 0,7 per mille, mentre a livello comunale il tasso di crescita naturale è negativo e pari a -3,5 per mille». Angela Silvestrini, responsabile dell’indagine sul Movimento anagrafico dei comuni 2014 targato Istat, presenta i dati emersi, dai quali risulta che il nostro Paese è a crescita zero. Non solo, per la prima volta calano le nascite nelle famiglie degli immigrati. Anche questa volta la crisi economica ha mutato i costumi e i progetti futuri dei cittadini.

Il “Bilancio demografico nazionale – Anno 2014” dell’Istat parla chiaro: la popolazione residente in Italia è a crescita zero, senza figli. Sono nati circa 12mila bambini in meno rispetto al 2013. Inoltre il saldo naturale, la differenza tra nati e morti, ha sfiorato quota meno centomila. È vero che ciò non avveniva dal 1918, cioè dalla fine della I Guerra Mondiale?
«Il saldo naturale è sempre stato positivo (più nati che morti) nel nostro Paese a partire dall’Unità d’Italia, tranne che nel biennio 1917-18 e fino al 1993. Dal 1993 in poi, con la sola eccezione degli anni 2004 e 2006, il saldo naturale è sempre stato negativo. Quest’anno ha raggiunto il massimo valore negativo dopo quello del biennio 1917-18».

Quanti eravamo in Italia nel 2014? Siamo aumentati rispetto all’anno precedente?
«Al 1° gennaio 2014 la popolazione residente ammontava a 60.782.668 abitanti, a fine anno a 60.795.612. L’incremento di 12.944 unità è, in parte dovuto a operazioni amministrative legate alla revisione post censuaria delle anagrafi. Se si considera la variazione reale, al netto cioè di tale revisione, si tratta di appena 2.075 unità».

Le nascite calano anche nelle famiglie degli immigrati, i quali tradizionalmente fanno più figli, rispetto alla media italiana?
«Il numero di nati diminuisce anche tra gli stranieri. A livello nazionale nel 2014 i nati stranieri diminuiscono del 3,4%rispetto a un anno prima; nella provincia di Bergamo siamo al 5,1%, e nel comune di Bergamo al -1,9%».

Il Bilancio demografico nazionale dell’Istat ha contato poco più di 5 milioni di cittadini stranieri immigrati nel nostro Paese (8,2%). Provengono in maggioranza dai paesi europei o dal resto del mondo?
«Da paesi europei per oltre il 50% (più di 2,6 milioni). La cittadinanza maggiormente rappresentata è la rumena (22,6%), seguita da quella albanese (9,8%). Nella provincia di Bergamo la cittadinanza più numerosa è quella marocchina (16,2% degli stranieri della provincia), mentre nel comune prevale la nazionalità boliviana (20,5%)».

Siamo ancora un Paese di emigranti?
«Sì, se consideriamo gli italiani sono emigrati all’estero nel 2014 circa 90mila persone. Il saldo migratorio dei nostri connazionali (iscritti dall’estero meno cancellati per l’estero) è negativo per 60mila unità».

L’età media in Italia supera i 44,4 anni. Qual è la regione con gli abitanti più anziani e quella con gli abitanti più giovani?
«La regione più anziana è la Liguria, con un’età media di 48,3 anni, mentre la più giovane è la Campania, con 41,5 anni».