Bergamo, conto alla rovescia per il primo giorno di scuola. 171.605 studenti sui banchi

Ancora pochi giorni e la prima campanella dell’anno 2015 – 2016 riporterà migliaia di studenti (e non solo) alla routine scolastica. In bergamasca sono 171.605 gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, statali e paritarie, che da lunedì 14 settembre torneranno in classe. Un anno che sarà “particolare”, non fosse altro perché sarà il primo dopo la riforma della scuola, quella “Buona Scuola” di cui molto si è sentito parlare, anche nel periodo estivo, per le problematiche legate al Piano straordinario di assunzioni voluto dal Ministero all’Istruzione. Assunzioni che non sono ancora terminate: le prime due fasi (le cosiddette 0 e A), quelle che riguardavano la regolarizzazione di insegnanti vincitori di concorso e nelle prime posizioni delle GaE (Graduatorie a Esaurimento) a livello locale, si sono concluse alla fine di agosto; in queste ore invece sono in via di definizione le assegnazioni di cattedre per la fase B, quella nazionale che tanto ha fatto discutere. Nella fase B infatti è stata stilata una classifica a livello nazionale con tutti i docenti che avevano diritto a partecipare alle assunzioni. Gli insegnanti, contestualmente alla presentazione della domanda di assunzione, avevano stilato una classifica con le province nelle quali avrebbero preferito prendere servizio, e in base alle loro preferenze sono stati “smistati” nella Penisola. In questi giorni gli insegnanti della fase B stanno conoscendo le proprie destinazioni definitive: sabato 12 all’Istituto Comprensivo Battisti di Seriate e all’IS Majorana di Seriate, e lunedì 14 presso l’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, conosceranno il nome della scuola nella quale presteranno servizio. A questo punto mancherà ancora solo una fase, la “C”, quella prevista per individuare l’organico potenziato per le singole scuole, fase che però verrà portata a termine solo a scuola iniziata. In queste ore è arrivato anche il consueto messaggio augurale di inizio anno della dottoressa Patrizia Graziani, dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale. “Molto di quanto contenuto nel provvedimento “La Buona Scuola” – ricorda la dottoressa – è già prassi consolidata negli istituti bergamaschi, che in questi mesi hanno partecipato alla consultazione nazionale con positivo slancio e senso di responsabilità.” Nel suo messaggio il Dirigente ringrazia chi lavora nel mondo della scuola. “Un grazie di cuore va ai dirigenti scolastici, ai docenti e a tutto il personale della scuola bergamasca, per l’elevata professionalità e lo spirito di servizio dimostrati anche in questa importante e delicata fase di riorganizzazione per una scuola di qualità. Un grazie a tutto l’associazionismo dei genitori, al mondo produttivo e del terzo settore, ai rappresentanti delle amministrazioni, alle organizzazioni sindacali: a tutti quanti in terra orobica ogni giorno lavorano e spendono le proprie energie nella Scuola e per la Scuola, grande opportunità di futuro per i nostri bambini e ragazzi. Ai nastri di partenza c’è una scuola più stabile e con chiari punti di riferimento: avere la quasi totalità degli istituti guidati da dirigenti titolari ha permesso di porre fine alla lunga fase delle reggenze, a beneficio dell’organizzazione del lavoro e dei progetti dell’autonomia. I nostri studenti ritornano tra i banchi e sono convinta che molti di loro, a ragione, credono nella scuola quale risorsa primaria per un futuro migliore. Concordiamo tutti nel ritenere che senza una buona scuola il nostro Paese non può immaginare un futuro migliore.” E conclude con un augurio. “Per fare una buona scuola non sono sufficienti le riforme strutturali ed ordinamentali o gli interventi legislativi; è necessario riprendere la capacità di educare le persone, di ricostituire l’alleanza educativa, intesa come ferma volontà di collaborazione, sincera e costruttiva: educare è difficile e nessuno può farcela da solo.  Ispiriamoci ai principi di un nuovo Umanesimo nel quale è centrale il valore della persona e del suo pieno sviluppo, del dialogo tra le culture, in una visione che privilegia la dimensione della comunità rispetto a quella dell’individualismo, della cooperazione e della inclusione rispetto alla pura competizione. Abbiamo bisogno di una buona scuola, che metta al centro gli studenti e che focalizzi l’attenzione sulla sfida lanciata da Montaigne e ripresa da Edgar Morin: è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena. Fare una buona scuola per formare buone teste: questa è la sfida cui siamo chiamati a far fronte.”