La democrazia secondo Calderoli

Foto: l’onorevole Roberto Calderoli

SETTANT’ANNI DI VOTAZIONI

Le votazioni sulle riforme costituzionali sono incominciate. Hanno potuto cominciare perché il presidente del Senato Grasso ha dichiarato “irricevibili” gli ottanta milioni di emendamenti presentati dall’onorevole Calderoli. Per votarli tutti ci sarebbero voluti chi dice diciassette, chi dice settant’anni.

DEMOCRAZIA BLOCCATA

La discussione è stata esemplare, soprattutto nella sua conclusione. Dopo che il presidente Grasso ha dichiarato, appunto, “irricevibili” gli emendamenti Calderoli (mi sono chiesto, a questo proposito: ma dove sono quegli ottanta milioni di emendamenti: su fogli? Uno per ogni foglio? Quanto spazio occupano ottanta milioni di fogli? Sono cento sessantamila risme. Mi gira la testa), si è sviluppata una dotta e profonda discussione. Le opposizioni, guarda caso, si sono dichiarata contrarie: Lega, Cinque Stelle soprattutto. La maggioranza a favore. Gli argomenti delle opposizioni si potrebbero ridurre a uno solo: difesa di un principio. Con il suo intervento Grasso apre la porta a sopraffazioni. Non si saprà più in futuro quali saranno i limiti oltre i quali non si potrà andare. Non è la prima volta che capita una cosa del genere e non sarà l’ultima, sicuramente. La politica, arte delle cose da fare, non fa le cose e discute su come farle. Diciamolo in altri termini: la nostra democrazia non funziona, funziona male, funziona a strappi. E i politici, invece di guardare al paese, guardano a se stessi.

A PROPOSITO DI DEMOCRAZIA

Anche perché che la democrazia sia difesa da Calderoli è tutto da dimostrare. Ed è tutto da dimostrare che i suoi ottanta milioni di emendamenti siano l’argine contro i soprusi. Ci sarebbe molto di discutere, infatti, su quali siano gli argini e quali siano i soprusi e dove stanno veramente, e gli uni e gli altri.

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