Inside Out, una critica spietata ai maschi? Si salva solo Bing Bong, l’amico immaginario

Dal 16 settembre in 700 copie nei cinema italiani c’è un film che sta sbancando il botteghino così come ha fatto nel resto del mondo. È un cartone animato,“ Inside Out ”, ma non è un film per ragazzi, o almeno non solo per loro ed è forse anche per questo che è un successo planetario. Da “Toy Story” a “Finding Nemo”, da “Ratatouille” a “Wall-e” o “Up” grandi e piccoli non restano delusi dalla creazione sfornata ogni anno con ineffabile puntualità dalla premiata ditta Pixar. Dietro questo marchio ci sono i nomi di uomini geniali come George Lucas che fondò la prima società, poi Steve Jobs, che l’acquistò nel 1986, infine Edwin Catmull e John Lasseter che sono oggi rispettivamente il presidente e il direttore creativo dei Walt Disney Animation Studios e della Pixar, dal 2006 un’unica multinazionale dell’animazione. A loro si aggiunge, per “Inside Out”, (letteralmente “Dentro/Fuori”, ma sono più sottili le allusioni alla psicologia), il talentuoso Pete Docter, sceneggiatore e regista di questo film in cui sono protagoniste cinque emozioni personificate – Gioia, Tristezza, Disgusto, Rabbia e Paura – nella testa di una ragazza undicenne che, dopo un’infanzia serena in Minnesota, deve trasferirsi coi suoi genitori a San Francisco.
In un susseguirsi di immagini sofisticate, ardite invenzioni e citazioni per cinefili, lo spettatore viene immerso “dentro” la mente della piccola Riley e, in modo esilarante, in quelle delle persone con cui interagisce. Ogni sua azione è guidata da un’avveniristica cabina di comando nel suo cervello dove le cinque emozioni – vere mattatrici della scena – interagiscono fra loro ad una consolle dei sentimenti che assomiglia molto ad una sala riunioni aziendale, dove, inutili dirsi, da tempo tutti noi parliamo di brain storming (tempesta di cervelli).
Il film mette in scena, in metafore complesse ma sempre godibili, i Ricordi Base e l’archivio labirintico della Memoria a lungo Termine; il Baratro della Memoria, il Pensiero astratto e il Subconscio; la Cineproduzione dei sogni (ma anche di brutti incubi!), il Treno dei pensieri e Immagilandia. Insomma, avrete capito, senza che vi rovini ancora la sorpresa, che il mio consiglio è di andare al cinema anche se non avete un figlio che vi ha già tirato per la manica, ma quando sarete fuori dalla sala fatevi questa domanda: dove sono e cosa fanno i personaggi maschili nella storia? Ebbene sì: i geni della Pixar sono stati spietati nell’autocritica: i maschi sono solo comprimari, e sono Rabbia e Paura, due che mai sarebbero in grado di tenere dritta la barra e se non ci fossero le altre tre donne, da soli andrebbero senz’altro alla deriva! Scatti d’ira violenti come fiammate e comico timor panico per ogni cosa… sembrano solo questi i prodotti dell’universo maschile nel Quartier Generale “dentro” la protagonista anch’ella femminile come le eroine Gioia e Tristezza perfettamente assortite…
Ed anche “fuori” della nostra ragazzina le cose non vanno meglio: suo padre è affettuoso, la famiglia tiene, ma quando si deve scherzare su chi dei genitori sia più pronto a capire la figlia, il confronto con la madre è impari quanto esilarante… per non parlare della fugace apparizione di un adolescente di sesso maschile, anni luce lontano dall’agilità mentale della sua coetanea… C’è da riflettere se questo fosse il risultato non casuale di anni di studi e di analisi per rappresentare universalmente le forze in gioco nell’intimo umano. Cosa rispondere a Barbara Stefanelli che due giorni fa sulla prima pagina del Corriere della Sera scriveva: “Così vorremmo immaginare anche gli uomini: uomini che diventano quello che sono, ciascuno per se stesso e insieme, senza presumere di rappresentare una realtà universale rispetto alla quale si definiscono leggi e differenze”? Forse solo che in “Inside Out” gli uomini non fanno una gran figura, ma c’è pur sempre Bing Bong, amico maschile seppur immaginario, un personaggio che fa della generosità la sua ragion d’essere e che per amore è disposto a dare la vita.