Le tele del Romanino in mostra a Palazzo Creberg. Nuova luce per la pala dell’Assunta

Eccola lì, restituita alla sua originaria bellezza, la pala dell’Assunta di Girolamo Romani, detto Il Romanino, tra i maggiori pittori del Cinquecento.
Una tela enorme, considerata tra i capolavori del pittore, che ha ritrovato i colori brillanti originari grazie al restauro realizzato da Minerva Tramonti Maggi e Alberto Sangalli, promosso e sostenuto dalla Fondazione Creberg.

Normalmente la pala è situata nella basilica di Sant’Alessandro in Colonna a Bergamo, ma dal 9 al 30 ottobre si potrà ammirare a palazzo Creberg (largo Porta Nuova in città), durante il periodo in cui si svolgerà la mostra «Girolamo Romanino, il testimone inquieto», curata da Angelo Piazzoli, segretario generale della Fondazione Creberg, e Fabio Larovere.

L’esposizione, sita nel secondo piano dell’edificio, permetterà di ammirare anche altri nove altri dipinti del Romanino, esponente del Rinascimento italiano, protagonista di quello bresciano insieme al Moretto e al Savoldo. Un’occasione preziosa quella offerta dalla Fondazione perché per la prima volta a Bergamo viene realizzata una mostra con opere del pittore e perché tra queste ci sono tele normalmente non visibili al pubblico perché conservate in collezioni private.

L’esposizione permetterà di ammirare, per esempio: le due versioni dello Sposalizio della Vergine realizzate in epoche diverse, la piccola tavoletta con San Girolamo Penitente, il Cristo morto compianto da angeli e la Scena eucaristica.
Ad arricchire l’esposizione anche la Madonna in trono col bambino tra i santi Eusebia, Andrea, Domno e Domneone, dipinto del coevo Alessandro Bonvicino, detto Il Moretto.

«Romanino era un pittore anticlassico, alternativo per la sua epoca, di grande forza espressiva», spiega Fabio Larovere, docente di Storia dei valori artistici del territorio all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia e direttore artistico del festival «I volti del Romanino. Rabbia e Fede». «Era inquieto lui stesso – continua – con la sua arte interrogava e attraverso le sue tele restituiva le inquietudini del tempo con grande vigore».
Lo storico dell’arte Giovanni Testori lo aveva definito «Il più grande, torvo e triviale dei pittori in dialetto della storia dell’arte». Anche Pier Paolo Pasolini aveva scritto di Romanino: «Egli è più moderno di quello che la società e la cultura italiana del suo tempo gli consentissero di essere. Ed egli sfugge a questa stretta culturale storica in maniera alla volte scomposta, anche questa prefiguratrice di tipi pittorici e di convenzioni di strutture pittoriche future».
Per celebrare Romanino e puntare ancora di più l’attenzione sulla figura del pittore bresciano, sono state organizzate delle iniziative collaterali.
Si tratta di tre concerti con importanti musicisti: sabato 10 ottobre con il chitarrista Giulio Tampalini; sabato 17 ottobre con l’organista Paolo Oreni, entrambi nella Chiesa delle Grazie in città e sabato 24 ottobre con il trio jazz di Giovanni Colombo, nello spazio Creberg nel quadriportico del Sentierone. Tutti inizieranno alle 19 e sono ad ingresso libero.

Ad ingresso libero anche la mostra, che proporrà visite guidate gratuite e la distribuzione gratuita del catalogo, le cui schede delle opere sono a cura di don Giuseppe Fusari, direttore del museo diocesano d’arte sacra di Brescia e docente di iconografia e iconologia all’università cattolica del Sacro Cuore di Brescia.

Nello stesso periodo di «Girolamo Romanino, il testimone inquieto» si svolgerà nel piano terra del palazzo anche la mostra di arte contemporanea «Giovanni Frangi. Lotteria Farnese».

 

Orari:
Da lunedì a venerdì: 8.20 – 13.20 e 14.50 – 15.50
Sabato 3, 10 e 17 ottobre: 14.30 – 20.30 con visite guidate gratuite, ogni ora, a partire dalle 14.30.
Domenica 4, 11 e 18 ottobre: 10.30 – 19.30 con visite guidate gratuite: 10.30, 11.30 e ogni ora a partire dalle 14.30

Per info: www.fondazionecreberg.it e 035.393451