L’accoglienza dei profughi e il territorio: un convegno della Caritas Bergamasca

Venerdì 16 ottobre, dalle 18, alla Casa del Giovane, si terrà l’incontro organizzato da Caritas Bergamasca dal titolo “Comunità cristiane e accoglienza dei richiedenti asilo”. L’invito all’accoglienza viene dalle parole di Papa Francesco: “Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede, di essere ‘prossimi’ dei più piccoli e abbandonati e dare loro una speranza concreta” . All’evento saranno presenti autorità civili e religiose, quali Paolo Magri, Vice Presidente Esecutivo dell’ISPI, Francesca Ferrandino, Prefetto di Bergamo, Graziano Pirotta, Presidente del Dipartimento Welfare, Sanità, Immigrazione e Disabilità di ANCI Lombardia, il Vescovo Francesco e Don Alessandro Nava, parroco di Mapello. “La scelta dei relatori – spiega Don Claudio Visconti, Direttore di Caritas Bergamasca – è motivata dal fatto che vogliamo che questa serata sia un momento di riflessione pacata attraverso la quale i partecipanti possano essere informati e formati rispetto al fenomeno, così che possano attuare riflessioni e scelte consapevoli, a seguito della comprensione di una tematica così delicata”. “Abbiamo chiesto la partecipazione di autorità civili e religiose – continua Don Claudio – perché l’accoglienza ai richiedenti asilo è un atto che prevede attenzione da parte del territorio e la collaborazione di questo con la Chiesa; è una manifestazione di responsabilità”. Lo stesso Papa Francesco, lo scorso 30 aprile, invitava i cristiani ad impegnarsi (anche) nella politica, impegno rivolto a “diffondere la cultura della giustizia e della pace” perché “di fronte alla cultura dell’illegalità, della corruzione e dello scontro” il buon cristiano si dedichi al bene comune, richiamando alla memoria le parole del suo predecessore Paolo VI, che definì la politica come “la forma più alta ed esigente della carità”. Le vicende contemporanee e l’arrivo nel nostro Paese e nella nostra provincia di uomini e donne che, abbandonata la propria terra, sperano in un futuro migliore fanno interrogare chi si di professa cittadino e cristiano rispetto al proprio modo di vivere politica e fede, ai quali Don Claudio risponde: “L’accoglienza dei richiedenti asilo interpella ogni uomo come cittadino, prima ancora che come cristiano, ma soltanto se i valori del Vangelo permeeranno la società civile, si potrà affrontare tale fenomeno”.