Q6: un quartiere mosaico, dove la multiculturalità è già una (bella) realtà

Ieri sera, alle 18, dietro il cancello della Fabbrica dei Sogni, presso il centro giovanile San Giorgio, mi sembra di essere altrove: mamme e bambini di ogni nazionalità si mescolano nel gioco mentre in punta di piedi raggiungo la saletta dove vengono presentati al pubblico due prodotti del progetto sociale «Q6 – immagini di un quartiere in evoluzione»: la Mappa dei Servizi e il video «Un quartiere in evoluzione», per scoprire un quartiere che ha il suo fulcro tra le vie G. Quarenghi, Zambonate, E. Baschenis, Palma il Vecchio e Malpensata, un quadrilatero diventato crocicchio di culture diverse. Q sta per quartiere e 6 è il numero del bus ATB che lo attraversa. Il progetto è stato sostenuto dal bando di volontariato 2014 per aumentare la coesione sociale e il senso di appartenenza degli abitanti del quartiere con l’incontro e la condivisione di spazi, stimolando la cittadinanza attiva e responsabile.

MAPPA DEI SERVIZI E VIDEO

La Mappa dei Servizi è una mappa in cinque lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo) realizzata grazie alla guida di Paolo Scanzi, responsabile delle Politiche Sociali di Arci Bergamo con i bambini dell’Istituto comprensivo “Mazzi”: «È in cinque lingue a sottolineare la multiculturalità: nelle scuole di questo quartiere quasi sono meno gli italiani degli stranieri». I bambini hanno aiutato con dei loro disegni a mostrare tutti i servizi che offre il quartiere, scoprendo che sono moltissimi. È stato anche un modo per mostrare la vivacità del quartiere, che vanta la fondazione San Giorgio, associazioni, il teatro Prova, mercati, locali, parchi, biblioteca, scuole, oratori ecc. e che al di là di qualche incivile fatto isolato di disordine, che potrebbe succedere in ogni altra parte della città dove ci sono dei locali, in questo quartiere si convive in armonia.
Il video «Un quartiere in evoluzione» è stato invece realizzato da Damiano Cao con una quindicina di ragazzi delle superiori che frequentano spesso la Fabbrica dei Sogni. Durante la proiezione si intrufolano dei piccoli intrusi, dei bambini curiosi che fanno risuonare qualche risata e sussurro mentre scorrono le immagini d’epoca del quartiere che si trasformano in quelle di oggi e alcuni abitanti e lavoratori italiani e stranieri spiegano come si è evoluto nel tempo e come sono stati i loro rapporti col vicinato. «La metà delle persone a cui chiedevamo di rispondere a qualche domanda rifiutava, forse procedendo in gruppo, ognuno di nazionalità diversa, facevamo un po’ paura», ci spiega un educatore. Scopro dalle loro parole che Piazza Pontida trent’anni fa era morta, mentre ora ristoranti e bar la rendono allegra e movimentata e una volta in San Bernardino c’erano più famiglie, ora più anziani e single. Due ragazze adolescenti che hanno partecipato alla realizzazione mi spiegano che sono state colpite dalla collaborazione dei loro compagni, andando una volta a settimana per le vie di Q6, dividendosi le zone per competenza e interesse: «Chi conosceva più gente in una certa zona guidava gli altri».

LABORATORI

Durante l’anno si sono svolte diverse attività per i ragazzi delle scuole del quartiere, grazie a una trentina di volontari delle realtà coinvolte: Auser Città di Bergamo Onlus, Arcisolidarietà Bergamo, Auser Volontariato Provinciale di Bergamo, Fabbrica dei Sogni, con l’Istituto Comprensivo statale Mazzi, la Parrocchia Sant’Alessandro in Colonna e il Teatro Prova. Sono state raccontate storie delle tradizioni popolari, per mostrare ai ragazzi la storia del tessuto sociale in cui sono inseriti e vivono quotidianamente, si è parlato loro di risparmio energetico e stili di vita responsabili e si sono svolti alcuni laboratori. Valeria, educatrice da tre anni nella Fabbrica dei Sogni mi spiega: «I ragazzi delle medie hanno realizzato con me un orto sulla terrazza tramite dei cassoni a partire da febbraio: erbe aromatiche come menta, salvia, rosmarino ma anche ortaggi: zucchine, pomodori… Si sono mangiati tutto!». Per la cura dell’orto si sono fermati un mese ad agosto ma è un’iniziativa continuativa che non intende fermarsi qui, i ragazzi sono entusiasti. Due anziane signore mi raccontano di aver aiutato come volontarie nel corso di ricamo e cucito: «Per sei lunedì siamo andate al pomeriggio alla scuola elementare “Calvi” per insegnare a cucire ai bambini di una classe seconda, insieme alla maestra, tre mamme del Bangladesh e due volontarie dell’Auser: prima abbiamo fatto ricamare una stellina, un cuore, avevamo paura si annoiassero, soprattutto i maschi, poi un bambino ha visto un nostro pappagallo imbottito e ha chiesto quando l’avrebbero realizzato: così hanno deciso di cimentarsi in opere più complicate, un fungo, una casetta e così via». Sabato 17 ci sarà un secondo appuntamento per conoscere questa bella realtà multietnica: non mancate al mercatino solidale dell’usato dalle 10 alle 20 e all’apericena «Prodotti del mondo e della tradizione» (offerta libera a partire da 10 euro con prenotazione) con prelibatezze da tutto il mondo, alle 18,30 sempre alla Fabbrica dei Sogni.