A Bergamo «Prendi in casa uno studente»: prove di convivenza tra giovani e anziani

“Prendi in casa uno studente”: in arrivo anche a Bergamo la sperimentazione del progetto di convivenza tra giovani e anziani. Palazzo Frizzoni sta lavorando da tempo all’iniziativa (che rientrava tra negli obiettivi di programma), che punta a promuovere la coabitazione tra pensionati autosufficienti e universitari, per condividere compagnia e alloggio: il progetto, che vede la collaborazione tra gli uffici comunali e numerose realtà del territorio (Auser, Centri di Ascolto e della Terza Età, sindacati, Università degli studi di Bergamo) verrà dunque lanciato ufficialmente tra due settimane, all’inizio di novembre, dopo un passaggio formale in giunta. L’iniziativa prende spunto da esperienze analoghe già avviate in altre città, come Bologna, Firenze, Milano e Torino. “Siamo ormai a buon punto, dobbiamo soltanto completare la parte più formale e raccogliere le adesioni di anziani e studenti- ha sottolineato Maria Carolina Marchesi, assessore alla Coesione Sociale del Comune di Bergamo- vogliamo quindi dare la possibilità a persone anziane che vivono sole o a coppie di anziani che hanno a disposizione uno spazio adeguato all’interno di casa propria di accogliere uno studente della nostra università, offrendo tutte le garanzie ai soggetti interessati in termini di compatibilità e sicurezza. In cambio verrà chiesto allo studente che verrà ospitato la compartecipazione alle spese per le utenze, per il vitto e per la pulizia della casa: non si tratterà quindi di un vero e proprio affitto, bensì di un contributo al mantenimento di quella che vorremmo diventasse una struttura analoga a quella di un nucleo familiare”. L’iniziativa si rivolge non solo a studenti universitari fuori sede, ossia provenienti da fuori provincia, ma anche a studenti bergamaschi delle Valli o della Bassa che necessitano di trasferirsi in città per seguire le lezioni. E la condivisione sarà non solo di natura economica, ma anche sociale. “Tra le richieste vi è anche quella di stare un po’ in compagnia- ha aggiunto la stessa Marchesi- non chiediamo infatti allo studente di assumere un ruolo analogo a quello svolto da una badante, ma di essere d’aiuto e di condividere alcuni momenti della giornata. Sono due bisogni che si incontrano, se si tiene conto da un lato della scarsità degli alloggi per gli studenti universitari, dall’altro della presenza notevole di anziani in città: questa soluzione potrebbe quindi rispondere sia a un bisogno di socialità che ad un aiuto concreto durante il periodo degli studi”. A Palazzo Frizzoni in questa ultima fase di definizione del progetto si sta lavorando molto sul coinvolgimento degli anziani: “Al momento sono più le domande degli studenti universitari che le disponibilità delle persone anziane, che legittimamente avvertono una certa diffidenza e preoccupazione- ha spiegato la stessa Marchesi- è certamente un atto di fiducia accogliere un giovane in casa propria, ma in collaborazione con le realtà con cui stiamo lavorando garantiremo per ogni caso specifico una soluzione adeguata”.