L’Expo: tutto bene? Non proprio. Qualcosa, anzi, preoccupa. E molto

Tutti entusiasti di Expo. I visitatori sono meravigliati dalla quantità e dalla qualità di quello che si vede, gli organizzatori sono soddisfatti degli oltre venti milioni di visitatori paganti e, di conseguenza, dei conti che dovrebbero, alla fine, tornare. Anche gli organi di informazione, solitamente così puntigliosi nel rilevare le cose che non vanno, si sono aggiunti al coro e hanno, anzi, contribuito in maniera determinante ad aumentarne le voci del grande consenso.

Nel mio piccolo mi sono chiesto se davvero tutto questo deve essere solo fonte di entusiasmi, possibilmente grandi e possibilmente condivisi da tutti. Mi sono nate, sempre nel mio piccolo, alcune domande e alcune obiezioni. Tutte le volte che grandi folle sono d’accordo nell’approvare una persona, un evento, un’idea c’è da mettersi sul chi va là. Non che la cosa sia comunque da condannare come diabolica, ma è sempre e in ogni caso da valutare. C’è sempre da chiedersi, come minimo, chi è la persona oggetto dell’universale venerazione, quale è l’idea per la quale le grandi folle si mobilitano. Insomma: non è che l’evento dell’Expo va bene solo perché l’ha visitato una folla di venti milioni di visitatori.

Anzi è proprio quella cifra ciò su cui bisogna riflettere. Esistono folle immense pronte a lasciarsi convincere. Supponiamo pure che l’idea per la quale si sono lasciate convincere sia buona. Ma venti milioni e oltre di persone hanno recepito il messaggio dei media, hanno visto i personaggi politici che visitavano e hanno deciso anche loro di accettare il messaggio e di imitare i personaggi pubblici che andavano a vedere l’Expo. In altre parole: viviamo un tempo di grandi suggestioni pubbliche e di grande suggestionabilità per tutti. In tempi in cui si fa facilmente ciò che fanno tutti, c’è da sospettare, dietro l’angolo, il rischio che si battano le mani ai protagonisti sbagliati e che si facciano battaglie per le idee storte. E, senza fare nomi, di idee storte ce ne sono in giro diverse e i personaggi che le sostengono e che sono sostenuti da grandi folle sono più di uno. Proprio per questo le grandi code di questi giorni all’Expò mi mettono più paura che entusiasmo.

Inoltre bisogna riflettere su cosa ha portato e porterà l’Expo ai grandi esclusi del mondo. È vero che tra gli espositori ci sono anche paesi poveri del sud del pianeta. Ma bisogna notare che non sono i paesi, ma i loro governanti. E le due cose non coincidono, come si sa. Si è sentito ripetere che l’Expo ha portato un grande contributo alla eliminazione della fame nel mondo. Da qualche parte si è anche aggiunto che la fame, in qualche parte dei paesi poveri, sta effettivamente regredendo. Siccome tutto è entusiasmo attorno all’evento, non vorrei che anche queste notizie diventassero vere solo perché sono in sintonia con quell’entusiasmo. Vedremo. Mai come in questo caso, i fatti, solo i fatti che verranno, contano.