Pecore a spasso lungo le Mura: è tornato il Festival del Pastoralismo

Stamattina spettacolo davvero insolito in Città Alta: un gregge di pecore a spasso lungo le mura. L’abbiamo incrociato in via San Lorenzo, mentre saliva, pian piano, seguito dai bambini della scuola primaria di Città Alta, sorridenti e curiosi, ordinatamente schierati in fila per due (le pecore no, purtroppo, in fila non ci stanno, e gli automobilisti, al seguito, hanno dovuto tenere il passo). È tornato così per il secondo anno il Festival del Pastoralismo, una manifestazione particolare che riscopre le radici pastorali della città e del territorio bergamasco. Musica, mostre di animali, la transumanza, cibo, usanze: il Festival 2015 si espande e scandaglia il concetto di pastoralismo a 360°, riscoprendo i cibi del pastoralismo tradizionale, ma anche ripercorrendo le strade delle greggi in città.
“Bergamo è crocevia delle transumanze: – racconta il presidente dell’Associazione Festival del Pastoralismo Michele Corti – questa manifestazione non è una rievocazione storica, ma la sottolineatura di una delle caratteristiche attuali del nostro territorio.”
“Questa manifestazione – sottolinea l’Assessore all’Ambiente del Comune di Bergamo Leyla Ciagà – vuole rappresentare, attraverso attività molto diverse tra loro, la grande influenza che la montagna ha avuto e ha tuttora nella vita e nelle tradizioni del territorio di Bergamo. Portare in aree centrali e di grandi fascino della città le attività della montagna e del pastoralismo vuole richiamare la maggiore attenzione possibile su questi temi.”
Ne nasce un programma davvero variegato, che si è aperto con la transumanza e ora prosegue per tutto il mese di ottobre e novembre attraverso laboratori, degustazioni, proiezioni e tanto altro. Nell’anno di Expo, proprio in concomitanza con la conclusione dell’esposizione universale milanese, anche il Festival del Pastoralismo pone al centro il ruolo del cibo e dell’alimentazione, attraverso la proposta di antiche ricette (tra i castrati e le antiche polente orobiche, ricette risalenti anche al XVII secolo!) che mettono in risalto la succulenza dei piatti e dei cibi tipici della tradizione pastorale.
La transumanza di oggi, accompagnata anche dal suono della cornamusa bergamasca e di corni musicali pastorali di varie fogge, è stata organizzata dal Festival del Pastoralismo in collaborazione con il Comune di Bergamo, la Fondazione MIA, l’Associazione pastori lombardi, Società Valle di Astino e A2A-Aprica. A guidare il gregge c’erano alcuni ‘pastori’ speciali (ma debitamente abbigliati) in aggiunta ai pastori veri, ciascuno per un tratto di percorso, passando il testimone (un artistico autentico bastone da pastore). Il gregge è arrivato fino ad Astino dove si è svolta una dimostrazione di tosatura.
Sabato 24 ottobre nell’ambito del Festival si svolge il Concorso Regina e Reginetta delle Valli, un contest per stabilire quale sia la migliore mucca delle Valli bergamasche, organizzato da Festival del pastoralismo e Comunità montana val Brembana in collaborazione con Comune di Bergamo, Associazione interprovinciale allevatori Brescia e Bergamo. Dalle 9.30 inizio delle valutazioni nel ring. Termine alle 13. Dopo le premiazioni verranno incoronate la Regina e la sua Reginetta per una sfilata d’onore. Servizio ristoro sul campo gestito da Ristorante-Pizzeria La Vendemmia. In contemporanea Mostra-mercato dei formaggi della montagna bergamasca, un comparto che a Bergamo ha un peso importante anche economicamente (ci sono ben 9 Dop e tre presidi slow food).
Infine una mostra aperta tutti i week-end dal 24 ottobre al 6 dicembre 2015 dalle 10 alle 19: si intitola Cargà mut, allestita nella sopra la Porta Sant’Agostino a Bergamo alta (bus linea 1 da Stazione e Città bassa). Nei giorni infrasettimanali sarà aperta per visite guidate di scuole e gruppi (contattare il numero 3284819895). Espressione bergamasca (con corrispettivo cargà muunt  in Valsassina e nelle Orobie valtellinesi). Già il latino medioevale utilizzava caregare con il medesimo significato. Può essere approssimativamente tradotto con  “caricare l’alpeggio”.  Ma c’è una ben diversa pienezza di significati in quel cargà mut.  Cargà, infatti, rimanda  al “riempire il pascolo”, all’esigenza di equilibrare il potenziale foraggero e “carico di bestiame”,  le bocche. Il cargà  definisce anche il ruolo chi si assume la responsabilità dell’alpeggio: il cargamut, in italiano “caricatore d’alpe”. Il mut è il continuatore del latino medioevale mons. La mostra si snoda attraverso 32 pannelli,  l’esposizione di oggetti (attrezzi da lavoro, indumenti, campanacci ecc.) e la presentazione di audiovisivi,  sottolineando la ricchezza e la multidimensionalità  della realtà dell’alpeggio nella sua dimensione produttiva in quella culturale e simbolica. Nelle Orobie sono attivi 270 alpeggi con una superficie totale di 31 mila ettari (300 kmq). Nella gran parte si produce ancora latte e si trasforma sul posto dando vita ad una varietà di prodotti pregiati. Una realtà di grande interesse per la promozione turistica di tutto il territorio orobico.