Giubileo: scatta il piano sicurezza. Attesi «solo» 10 milioni di pellegrini

L’udienza del Papa di mercoledì 2 dicembre ha inaugurato una novità in salsa giubilare: la Sala Gestione Giubileo, che ha fatto la prima esercitazione per “testare” tutto ciò che in tema di sicurezza si è messo a punto in questi mesi, soprattutto dopo l’escalation sull’allarme che ha fatto seguito ai tragici fatti di Parigi. Ma non sarà l’unica novità a cui la zona intorno al Vaticano è chiamata ad assistere: sono stati completati proprio in questi giorni, infatti, i lavori per la trasformazione a led dell’illuminazione di via della Conciliazione, delle fontane di piazza San Pietro, del sagrato e del colonnato del Bernini. Grazie al programma degli interventi stabilito dal Commissario straordinario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca, sono stati inoltre restaurati i 28 obelischi, che hanno la funzione di lampioni, risalenti all’epoca della costruzione di via della Conciliazione, aperta nel 1937 e terminata nel 1950. La larghezza iniziale del grande viale, progettato dagli architetti Piacentini e Spaccarelli, fu ridotta proprio dall’aggiunta della doppia fila degli obelischi sormontati da lanterne, che con la loro illuminazione creano un’atmosfera particolare nella visualizzazione della basilica papale. Anche la maggiore quantità di luce favorisce la sicurezza: un deterrente in più per i terroristi e una misura a tutela dei pellegrini che da ogni parte del mondo affluiranno nella Capitale.

Per quanto riguarda i sistemi di video-sorveglianza che vigileranno da remoto sui luoghi di afflusso dei pellegrini, sono stati completati i lavori di installazione delle telecamere in Piazza Pia (compresa la zona pedonale), via Ottaviano, viale Giulio Cesare, viale San Paolo, viale Ostiense (dal Parco Schuster fino a Porta san Paolo), piazza Risorgimento.

Quanto all’afflusso di pellegrini e turisti, il Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ha ridimensionato i numeri: le stime più attendibili parlano di dieci milioni di persone desiderose di varcare la Porta Santa.

È già attiva da due settimane, invece, l’ordinanza del Commissario Straordinario che, proprio a tutela della sicurezza urbana, ha vietato lo svolgimento di qualsiasi attività che preveda “la disponibilità ad essere ritratto come soggetto in abbigliamento storico”: niente più “centurioni”, dunque, o gladiatori adiacenti a luoghi-simbolo del centro storico come il Colosseo o via dei Fori Imperiali. A coordinare le misure di sicurezza necessarie per scongiurare ogni allarmismo c’è il piano predisposto dalla Questura di Roma per l’anno giubilare, entrato in vigore il 23 novembre.

Dopo la strage di Parigi, Il Ministero dell’Interno ha disposto la “no fly zone” per lo spazio aereo sopra la Capitale. Un sistema radar, inoltre, permetterà di gestire le interferenze di ultraleggeri e droni, anche con l’ipotesi dell’abbattimento nel caso in cui ci si trovasse di fronte alla presenza di velivoli non autorizzati. Le fermate della metro, per la prima volta dagli Anni Settanta, sono presidiate da militari armati in tuta mimetica,

mentre i “metal detector” hanno fatto la loro comparsa non solo per gli accessi in piazza san Pietro, ma anche in diversi luoghi della città considerati sensibili, a partire dalla zona della Stazione Termini. Volanti di polizia e carabinieri stazionano permanentemente davanti alle chiese, in particolare quelle del centro storico. «Annullare il Giubileo non avrebbe minimamente modificato la minaccia terroristica, cioè colpire un Paese come l’Italia che si trova in un contesto internazionale ben definito ed è sede della cristianità», ha assicurato Gabrielli durante la conferenza stampa di presentazione del piano sicurezza per il Giubileo. I cittadini romani e i turisti hanno anche a disposizione un video, con il logo “Roma per il Giubileo”, che spiega le misure organizzative pronte per la città. È un disegno semplice: una scritta in rosso e grigio su due righe, affiancata da tre cerchi di colore arancione, giallo e rosa. «Obiettivi straordinari con risorse ordinarie», lo slogan. Perché Roma non sembri una città militarizzata, ma tutti – pellegrini e non – possano continuare a fare la loro vita.