Lirica: «È stato l’anno della svolta». La nuova stagione sarà nel segno di Donizetti. Verso il festival

Per il Donizetti di Bergamo, quello che sta per concludersi è stato un anno segnato da un cambiamento, da uno sguardo vivo sul presente, da uno slancio verso il futuro. La necessità di un rinnovamento profondo per inserirsi nel panorama teatrale, facendo sentire la propria voce, è la sfida che il nuovo direttore artistico, Francesco Micheli, ha accettato, con convinzione ed entusiasmo. Una sfida che ha dovuto fare i conti con il difficile rapporto fra cultura e realtà contemporanea e ha cercato di intrecciarsi ad esso con passione e professionalità.
Il 2015 è stato importante, è stato «l’anno della svolta», come sottolinea Nadia Ghisalberti, Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo. Si è ricercata un’alta qualità come fattore distintivo, in particolare per le opere donizettiane, con l’obiettivo di dare risalto alla forma d’arte teatrale, confermando il valore sul campo che ha caratterizzato da sempre la città orobica. In concomitanza con l’evento dell’Expo, il Teatro ha sperimentato un programma innovativo della lirica nel periodo estivo e l’Anna Bolena (ornata delle cure di Paolo Fabbri, direttore della sezione scientifica della Fondazione Donizetti) ha ottenuto il consenso del pubblico, della critica nazionale e della stampa specialistica. Inoltre, hanno avuto inizio anche collaborazioni con l’Accademia del Teatro alla Scala, il Conservatorio, il Patronato, le scuole coinvolte in progetti di formazione e il Teatro Donizetti è stato riportato nel circuito lirico di OperaLombardia. Nel complesso, il bilancio dell’anno trascorso è positivo.
Ma è solo un punto di partenza, una premessa dalla quale prende vita il progetto artistico del 2016, che, in particolare, avrà il suo perno sulla sezione autunnale. Dedicata alle opere di Donizetti, assumerà sempre più i caratteri di un festival, rivolto ad un pubblico sia italiano sia straniero. Saranno in scena un melodramma giocoso, Olivo e Pasquale, e un melodramma serio, Rosmonda di Inghilterra, ulteriori passi che Bergamo muoverà nella direzione di un riconoscimento identitario di sé rispetto alle opere del Maestro.
Il Donizetti si rivolge alla grandiosità del passato, senza dimenticare il tempo in cui è inserito. È un tempo nuovo, raro, in cui tutto può succedere; tuttavia, il mutamento, che spesso può travolgere gli attimi in cui ha luogo, non deve consentire che sia dimenticata l’essenza della realtà coinvolta. E per il teatro è il desiderio di stare insieme e assistere ad un’arguta finzione, intrisa però di un reale che offre allo spettatore la possibilità di conoscersi più a fondo e di migliorare se stesso.