Spunti per una fine. E per un inizio

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore (Vedi Vangelo di Luca 2, 16-21. Per leggere i testi liturgici del 1 gennaio 2016, solennità di Maria Santissima, madre di Dio, clicca qui)

MORIAMO UN PO’

La fine di un anno è l’affermazione indiscutibile che un pezzo della nostra vita se n’è andato. Siamo morti un po’. E allora o la morte la si accetta con serenità sforzandosi di darle un senso o si fa festa cercando di fare di tutto per dimenticarla. Con la festa si esce dalla vita. La festa è un evento estatico. Alzandomi al di sopra della vita io dimentico questa vita, le sue pesantezze e le sue indescrivibili tristezze e soprattutto la morte. Il tempo che finisce mi dice che tutto è un “dato” di fronte al quale io non posso niente.

LA MIA FINE E LA MIA LIBERTÀ

Insieme alla fine di un anno noi festeggiamo un anno nuovo. In realtà questo giorno è come ieri e come domani: 24 ore, come sempre. Ma abbiamo deciso noi di festeggiare perché è un giorno un po’ speciale, il primo di un nuovo anno. La festa per questo nuovo inizio mi dice che sono capace di trasformare interamente un giorno perché lo “vesto” di un significato del tutto nuovo. Il tempo che finisce mi dice che c’è il passare, il morire. Il tempo che inizia mi dice che esiste la mia libertà e la mia capacità di progettare.

Allora le feste di questi giorni mi dicono, in maniera un po’ strampalata, che tutta la mia vita è così: uno scontro di fine e di inizio, di morire e di progettare. Sarebbe un disastro se io mi preoccupassi solo di morire senza progettare o progettassi soltanto dimenticando che si muore.

MARIA E LA MIA STORIA

La festa di inizio anno è articolata con la figura di Maria. Anche Maria ci appare legata al tempo: dopo otto giorni fa circoncidere il bambino. La sua vita è una storia. Ma questa donna non vive soltanto. Vive circondata di fatti che sono il segno di una presenza straordinaria di Dio. I pastori raccontano visioni e la stessa Maria medita nel suo cuore quanto sta vedendo.Interessante che tutto quello che Maria “fa” nel vangelo di oggi è una meditazione silenziosa. Non fa niente e non dice niente. Medita soltanto.

Noi credenti siamo, o dovremmo essere come Maria: gente che contempla silenziosamente l’iniziativa di Dio che si mischia con la nostra storia che finisce e che inizia. Dio condivide questa storia, infatti: anche lui nasce e anche lui muore, anche lui ha il suo 31 dicembre e il suo capodanno.