Il calcio non è solo calcio. Dopo l’incidente tra Mancini e Sarri

Foto: Maurizio Sarri, allenatore del Napoli

GLI INSULTI E LE SCUSE

Tutti i giornali parlano della singolare sortita di Maurizio Sarri, allenatore del Napoli che ha pesantemente insultato il collega Roberto Mancini allenatore dell’Inter, durante la partita di coppa Italia, nello stadio del capoluogo campano, dove l’Inter ha superato il Napoli per l’accesso alla semifinale. Mancini ha chiesto al “quarto uomo” il perché di un ricupero di cinque minuti. Sarri, in tutta risposta, ha pesantemente insultato il collega, dandogli del “frocio” e del “finocchio”.

Sacchi si è scusato: “Era meglio se non succedeva, ma sono le classiche litigate da campo”. “Sarri è un razzista, ha ribadito Mancini, uomini come lui non possono stare nel calcio se no non migliorerà mai”.

IL MONDO DEL CALCIO E GLI “ALTRI” MONDI

Proprio un bel quadrettino, spot perfetto per lo sport più bello del mondo e, soprattutto, più popolare. Si continua a dire che lo sport deve essere solo sport, che il calcio deve essere solo calcio. Niente di più clamorosamente falso. Il calcio confina con innumerevoli mondi che apparentemente non hanno molto a che fare con lo sport. Confina e si sovrappone con la politica (Berlusconi avrebbe conosciuto il successo politico che ha conosciuto senza il Milan?), con l’economia (quanti imprenditori fanno calcio perché guadagnano soldi o guadagnano in immagine, il che fa lo stesso), con lo spettacolo (che fine farebbe la TV senza il calcio e viceversa?). Non solo ma il gioco del calcio confina con quello che non è calcio, con la violenza, per esempio. Vedi quello che è successo a Bergamo, sabato, dopo la partita con l’Inter: dieci arrestati.

SCONTRI CALCISTICI E VITA PRIVATA

Lo scontro tra Mancini e Sarri conferma tutto, da un altro punto di vista. Mancini fa una contestazione sportiva: come mai cinque minuti di ricupero? Sarri risponde con un insulto sulla vita privata. Ora non solo non si capisce perché dovrebbe insultare uno perché omosessuale, ma anche e soprattutto non si capisce perché dovrebbe insultare la vita privata di un collega in risposta a una contestazione sportiva. “Ho perso la testa”, ha detto, tra le altre cose, Sarri. Appunto, quando uno perde la testa, lascia venir fuori tutto quello che ha dentro, senza più freni. Non ci sono dubbi. Sarri è omofobo.

A questo punto non vedo come Sarri potrebbe sottrarsi alle conseguenze. Il campo di calcio non è un “altro mondo”. Viene punito chi insulta un collega o un vicino di casa. Sarri dovrebbe godere di extraterritorialità. E perché? Tanto meno un mondo così “pubblico”, così “esposto” come quello.

Con tanti saluti, comunque, alle anime belle che continuano, chissà perché, a credere che il calcio è solo calcio. E non solo lo pensano, ma lo dicono e lo scrivono.