La Barbie non è più «perfetta»: è curvy, più alta o più bassa. La bellezza è nella diversità

Barbara Millicent Roberts, al secolo la bambola Barbie, nata il 9 marzo 1959 nel Wisconsin, da giovedì 28 gennaio 2016 ha cambiato forma, non più magra e perfetta, con gambe kilometriche ma più vicina ai canoni della gente comune. D’ora in poi, quindi, Barbie sarà formosa, troppo alta e anche un po’ bassetta per diventare il vero simbolo di femminilità, quella reale e concreta e non solo quella tipica dell’immaginario. Dopo aver dato voce alle pari opportunità per la prima volta nel 1985 come dirigente d’azienda, essere stata la prima a viaggiare nello spazio nel 1965, essersi candidata alle presidenziali per sei volte dal 1992 ed aver impersonato un totale di 180 carriere, si cambia rotta.
Il restyling è cominciato intorno al 2014 quando la Mattel, azienda californiana che produce la bambola per anni criticata per il modello imposto dal suo prodotto più famoso, ha cominciato a rivedere la propria posizione. Evelyn Mazzocco, vicepresidente e direttrice generale di Barbie, ha incaricato un gruppo di lavoro di progettare una nuova serie di modelli da affiancare a quello classico, proprio per offrire bambole esteticamente più realistiche, ritenendo di avere nei confronti delle bambine e dei genitori la responsabilità di riflettere una visione più ampia della bellezza.
Il risultato è la nuova linea “Barbie Fashionistas 2016” che comprende quattro silhouette (l’originale più le nuove tre), sette tonalità di carnagione, 22 colori degli occhi, 24 acconciature e innumerevoli abiti e accessori di tendenza.
Richard Dickson, Presidente e Chief Operating Officer di Mattel ha commentato: “Per più di 55 anni, Barbie ha rappresentato un’icona di cultura globale e una fonte d’ispirazione e immaginazione per milioni di bambine in tutto il mondo. Barbie riflette il mondo che le bambine vedono intorno a loro. La sua capacità di sapersi rinnovare e stare al passo con i tempi, pur rimanendo fedele al suo DNA, è il motivo per cui Barbie è rimasta la fashion doll numero uno nel mondo.”
I maligni la vedono come un’astuta mossa per arginare il calo di fatturato della Mattel che, dopo aver venduto più di un miliardo di Barbie nel corso dei decenni, ha visto le vendite globali in calo del 14% negli ultimi quattro trimestri. Per l’azienda è comunque un’importante opportunità di marketing: Barbie con misure diverse comportano la vendita di più accessori e di vestiti con taglie di vario tipo. Questo dovrebbe contribuire a rilanciare le vendite della bambola.
La nuova Barbie, con taglie meno da modella, sta già per conquistare i propri 15 minuti di celebrità grazie anche alla copertina del Time in uscita l’8 Febbraio “Now can we stop talking about my body?” (Adesso la possiamo smettere di parlare del mio corpo?). Il giocattolo icona è stato fotografato dal giapponese Kenji Aoki, che ne ha colto l’evoluzione in una serie di foto esclusive per la rivista.
Da “Finalmente un modello costruttivo per le generazioni future” a “Almeno con le Barbie lasciateci sognare”, con nota di merito per “Sembra Barbie Kardashian”, i commenti sui social nel frattempo non si sprecano e già si sono create le due fazioni di favorevoli e contrari alla novità. Per l’azienda si tratta comunque, dopo 57 anni, di un cambiamento sostanziale in un momento in cui le differenze non sono più un problema, ma finalmente la bellezza è nella diversità.
La Barbie è sempre stato un modo per le bambine di vedere il proprio futuro e le nuove bambole sembrano mostrare che possono essere e fare tutto ciò che desiderano, l’unica cosa che possiamo dire per ora è “ai piccoli l’ardua sentenza”.
#TheDollEvolvs