Festival di Sanremo: 66 anni di storia. E mille curiosità da scoprire. Prima: qual è il titolo più utilizzato?

Questa sera inizia la 66ª edizione del Festival musicale più amato, criticato, seguito e desiderato d’Italia. La redazione, per l’occasione, ha deciso di proporre una rubrica per fare un po’ di ripasso sulla storia della kermesse. Abbiamo provato a cercare piccoli aneddoti e curiosità che nessuno (o quasi) vi ha mai raccontato sul Festival di Sanremo, così poi potete rivendere questi aneddoti ai vostri amici e vantarvi un po’!

I TITOLI DELLE CANZONI

Il record di “titolo più utilizzato a Sanremo” spetta a “Vorrei” che è stata portata al Festival per ben quattro volte: la prima nel ’90 da Mino Reitano, nel 2003 da Daniela Pedali, nel 2005 da Sabrina Guida e infine nel 2013 dai Marta sui Tubi (purtroppo o per fortuna le altre decine di artisti che hanno scelto questo titolo non hanno presentato al Festival le loro canzoni).

Cercare titoli originali non è poi facile ma qualcuno ce l’ha fatta inventandosene uno «nonsense» di sana pianta. Nel 1955 Natalino Otto cantò l’indimenticabile “Cì ciu cì”, nel 1973 Le Figlie del Vento cantarono “Sugli sugli bane bane”, mentre nel 1981 Domenico Mattia presentò “Tulilemble”. Più recente la coppia Francesco e Giada Caliendo che ha cantato “Turuturu” che era un qualcosa che ti stava in testa e continuava a fare Turuturu.

Non dimentichiamo poi di citare anche i Frank Head che nel 2008 si presentarono nei giovani con “Para parà ra rara”.

Il premio per il titolo più lungo va ad un brano di Lara Saint Paul del 1972 cantò “Se non fosse tra queste mie braccia lo inventerei”, Francesco Salvi invece è di poche parole e nel 1990 presentò una canzone intitolata semplicemente “A”.