Papa Francesco: “Ognuno nel cuore pensi se ha troppe cose. Se il Giubileo non arriva nelle tasche non è un vero Giubileo”

Per il Papa la Quaresima inizia con un bagno di folla di circa 12mila persone, che lo hanno accolto festosamente in piazza san Pietro, dove è arrivato con la solita puntualità alle 9.30. Giunto davanti al sagrato, prima di percorrere come d’abitudine l’ultimo tratto a piedi, Francesco è sceso dalla jeep bianca e si è fermato a baciare e ad accarezzare un bambino disabile grave disteso su una barella. L’ha benedetto con un segno di croce sulla fronte e si è soffermato a parlare con una donna, presumibilmente la mamma, che visibilmente commossa ha consegnato un foglio al Papa. Francesco ha salutato anche i volontari barellieri, nella loro divisa azzurra e gialla. Tra i bambini che Francesco ha salutato lungo il percorso con la “papamobile” nei vari settori della piazza, c’era anche un bimbo avvolto in un pile a forma di orsacchiotto.

Il Giubileo “era una specie di condono generale, con cui si permetteva a tutti di tornare nella situazione originaria, con la cancellazione di ogni debito, la restituzione della terra, e la possibilità di godere di nuovo della libertà propria dei membri del popolo di Dio”. Lo ha ricordato il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi si è soffermato “sull’antica istituzione del giubileo, attestata nella Sacra Scrittura”. Quello di cui si parla nel Levitico, ha sottolineato Francesco, era “un popolo santo, dove prescrizioni come quella del giubileo servivano a combattere la povertà e la disuguaglianza, garantendo una vita dignitosa per tutti e un’equa distribuzione della terra su cui abitare e da cui trarre sostentamento. L’idea centrale è che la terra appartiene originariamente a Dio ed è stata affidata agli uomini e perciò nessuno può arrogarsene il possesso esclusivo, creando situazioni di disuguaglianza”. “In quest’anno del giubileo ciascuno tornerà nella sua proprietà”, si legge nella Bibbia: “Secondo queste disposizioni – ha commentato il Papa – se qualcuno era stato costretto a vendere la sua terra o la sua casa, nel giubileo poteva rientrarne in possesso; e se qualcuno aveva contratto debiti e, impossibilitato a pagarli, fosse stato costretto a mettersi al servizio del creditore, poteva tornarsene libero alla sua famiglia e riavere tutte le sue proprietà”.

“Ognuno nel suo cuore pensi se ha troppe cose”. È un invito ad un esame di coscienza, per l’anno giubilare e all’inizio della Quaresima, quello rivolto a braccio dal Papa ai circa 12mila fedeli e pellegrini presenti oggi in piazza san Pietro. “Perché non lasciare a quello che non ha niente il dieci per cento, il cinquanta per cento…”, l’esortazione di Francesco: “Io dico che lo Spirito Santo ispiri ognuno di voi”, la sua preghiera, riferita all’impegno tipicamente giubilare di combattere “le situazioni di disuguaglianza”. “Oggi possiamo pensarlo e ripensarlo”, questo invito, l’attualizzazione del Papa sulla scorta del Giubileo descritto dalla Bibbia.

“Se il Giubileo non arriva alle tasche non è un vero Giubileo. Avete capito?”. Queste le parole del Papa, salutate da un applauso e pronunciate ancora una volta a braccio, durante l’udienza del Mercoledì delle Ceneri. “Le cifre non sono sicure – ha spiegato sempre fuori testo – ma l’80% delle ricchezze dell’umanità sono nelle mani di meno del 20% della gente”. Poi il Papa ha fatto il gesto di allargare le braccia, come a sottolineare l’evidenza di questa constatazione, e ha ricevuto l’applauso convinto dei presenti. “E questo lo dico – ha puntualizzato Francesco ancora a braccio – ricordando la nostra storia di salvezza: il Giubileo è per convertirsi, perché il nostro cuore divenga più grande, più generoso, più figlio di Dio, con più amore”. “Vi dico una cosa”, ha poi proseguito sempre fuori testo: “Se questo desiderio, se il Giubileo non arriva alle tasche non è un vero Giubileo: avete capito? E questo è nella Bibbia, non lo inventa questo Papa”. “Con il Giubileo, chi era diventato povero ritornava ad avere il necessario per vivere, e chi era diventato ricco restituiva al povero ciò che gli aveva preso”, si legge infatti nelle Scritture: “Il fine era una società basata sull’uguaglianza e la solidarietà, dove la libertà, la terra e il denaro ridiventassero un bene per tutti e non solo per alcuni. Il Giubileo aveva la funzione di aiutare il popolo a vivere una fraternità concreta, fatta di aiuto reciproco. Possiamo dire che il Giubileo biblico era un Giubileo di misericordia, perché vissuto nella ricerca sincera del bene del fratello bisognoso”.