Gentilissime signore. Dieci lettere alle donne della Bibbia/Elisabetta, madre del Battista

Immagine: La visitazione Abbazia di S.Giovanni in Venere (località Fossacesia, diocesi di Chieti-Vasto) Portale

Gent.ma e cara Signora Elisabetta,

la mia ammirazione per lei è tanto sconfinata da rasentare il tifo sportivo e sono grato alle telecomunicazioni celesti che mi consentono di esprimerglielo con questa lettera. Lei è così rara eppure così semplice e… ordinaria! Ma il bello è che questa sua rarità non sta nella sua maternità prodigiosa, come si potrebbe pensare. Non è lei infatti la prima donna su di età ad avere avuto un figlio quando ormai aveva messo da parte l’idea e non ci pensava più.

CHE STRANO: LEI NON È INVIDIOSA DELLA GRAZIA ALTRUI​​

Quello che eccita la mia ammirazione per lei è il suo essere stata così poco invidiosa della grazia altrui. Il suo reverendo marito, il sacerdote Zaccaria, aveva avuto uno straordinario incontro ravvicinato del terzo tipo con l’angelo del Signore e la vostra vita ne era stata sconvolta ed esaltata. La tentazione di menar vanto davanti a tutti di un’avventura così straordinaria sarebbe stata fortissima per chiunque. Ed è facile immaginare quale sarebbe il dispetto di una persona frivola, che venisse a trovarsi in una situazione eccezionale come la vostra, nel vedere poi farsi avanti un’altra persona, come nel vostro caso Maria, con il suo stesso tipo di esperienza che lei credeva solo sua. È come quando una signora si pavoneggia in un ricevimento con il suo abito che esibisce come unico e per il quale riceve un mondo di complimenti e poi, sul più bello, si vede entrare un’altra signora con un abito identico e anche più riuscito.
​Lei, Signora Elisabetta, è entusiasmante per la naturalezza con cui non è caduta in questi atteggiamenti. Nessuna vanteria per il dono di Dio indubbiamente straordinario e nessuna invidia per Maria che le toglieva la gloria dell’unicità dell’incontro con Dio e del concepimento prodigioso. Idem per quanto riguarda il suo rapporto con suo figlio con riferimento al suo cugino Gesù. Lei, per le particolarissime circostanze della nascita, poteva legittimamente considerare il suo Giovanni come un predestinato, di cui compiacersi. Poi sopravviene Gesù, il figlio della sua giovane cugina, la cui unicità fa impallidire la straordinarietà del Battista.

COME È FACILE ROVINARSI IL FEGATO PER L’INVIDIA!

​Quante signore si rovinano il fegato per la gelosia verso i figli di amiche o parenti che risultano più belli e più bravi dei figli loro e li fanno sfigurare! A volte, oltre al fegato proprio, queste signore rovinano anche quello dei figli angariandoli in una competizione ad oltranza contro amici e cuginetti. E quando il figlio dell’amica o della cognata ha successo mentre il proprio resta al palo, anche signore contegnosissime escono indecorosamente dai gangheri e imprecano contro il destino baro, contro i favoritismi ingiusti e contro quelle smorfiose delle loro avversarie che chissà che cosa hanno fatto perché i loro figli arrivassero dove sono arrivati. Sono le madri di quelli che si chiamano gli “eterni secondi”: delle poverine che rischiano una crisi isterica quando a vincere è sempre, sempre, immancabilmente sempre il figlio della rivale; poverine e anche disgraziate, soprattutto quando si illudono che questo rovello per il mancato successo dei figli sia amore materno del più sviscerato. Anche a questo riguardo lei è stata ammirevole. Dopo aver sinceramente lodato la fede di Maria, di sicuro più favorita di lei, lei benedice il frutto delle sue viscere, senza ombra di gelosia e con tutta tranquillità per il suo Giovannino.

SUO FIGLIO HA AVUTO LA SUA STESSA SERENITÀ D’ANIMO

​Noi non sappiamo che cosa diceva lei a suo figlio quando usciva il confronto con il suo cuginetto Gesù. Una cosa però la sappiamo di certo. Il suo Giovanni è cresciuto nella sua stessa serenità d’animo, tanto che, di fronte al salire della stella di Gesù, non ha avuto difficoltà a dire: “È bene che Egli cresca e che io mi eclissi”. Ed è arrivato ad invitare i suoi discepoli a lasciare lui per andare con il suo… rivale.
​Signora, me lo lasci dire: il mio “tifo” per lei è più che giustificato. Le madri degli “eterni secondi” hanno in lei un modello da seguire se vogliono evitare il lettino dello psicanalista e vivere felici e contente. Ma temo che debba diventare bianca la coda dei corvi prima che certe mamme guariscano dalla gelosia e dall’invidia. O sbaglio?
​Ora che le ho detto quello che da sempre avevo in cuore di dirle, la saluto, se mi permette, con grande affetto.