29 febbraio, un giorno in più. Tutto quello che avete sempre voluto sapere e non avete mai osato chiedere

Quest’anno, lo sappiamo, è bisestile, ovvero dura 366 giorni invece di 365; in molto credono che questo porti sfortuna, quindi la redazione, coraggiosissima, ha deciso di portare alla luce tutti i segreti del giorno più raro dell’anno per sfatarne i pregiudizi.
Cominciamo dalle basi, il 29 febbraio è necessario. La Terra per girare intorno al sole impiega circa 365 giorni e sei ore, il calendario gregoriano, quello che utilizziamo, ne conta solo 365. Dunque arrotondiamo di circa 6 ore l’anno: se non aggiungessimo un giorno ogni 4 anni, nell’arco di un secolo il calendario astronomico e quello umano sarebbero sfasati di 24 giorni.
Il primo ad accorgersi di questa necessità è stato Giulio Cesare nel 46 a. C.; grazie alla consulenza dell’astrologo Sosigene, dal calendario Numano (di 344 giorni) siamo passati al calendario Giuliano, di 365 giorni più un extra ogni 4 anni. Le 24 ore aggiuntive cadevano, per i Romani, prima delle calende di marzo (il 24 febbraio). Questo giorno era chiamato “bis sexto kalendas Martias” (da qui il nome “bisestile”). Successivamente, quando si cominciò a contare i giorni del mese dal primo e con numeri progressivi, il giorno extra divenne il 29 febbraio.
Quando Augusto divenne imperatore, visto che il Giulio Cesare si era autodedicato un mese di ben 31 giorni (luglio/Julius), per non essere da meno decise di accaparrarsi agosto (Augustus). Agosto però aveva solo 30 giorni, in nome della par condicio gliene aggiunse uno, detraendolo a febbraio che rimase solo con 28 giorni.
Anche se buona, l’idea di Cesare aveva un limite: i giorni bisestili erano troppi e anche con la nuova regola il calendario non coincideva con quello solare. A rimettere a posto le cose ci ha pensato Papa Gregorio XIII, che nel 1582 decide di far saltare, per quell’anno, i giorni dal 4 al 15 ottobre, e riportare l’equinozio di primavera al 21 marzo. E perché in futuro non si verificassero nuovi disaccordi di date, stabilisce di considerare bisestili solo gli anni divisibili per 4, con l’eccezione degli anni secolari (quelli divisibili per 100) che non sono divisibili per 400. Anche gli altri calendari, come quello e ebraico o quello cinese, hanno dovuto ricorrere ad escamotage per mettersi alla pari.
E ora arriviamo al perché si dice “Anno Bisesto, anno funesto“ . Sono sempre i Romani i responsabili della sua cattiva fama: febbraio era infatti l’ultimo mese dell’anno nel loro calendario, il Mensis Feralis, quello in cui si ricordavano i morti, quasi completamente dedicato a riti per defunti e cerimonie di costrizione e purificazione in vista dell’anno nuovo.
In realtà nel resto dell’Europa la tradizione popolare vuole l’anno bisestile come anno propizio. Gli anni bisestili sono favorevoli a ogni nuova impresa, a ogni cambiamento di vita o di mestiere. Secondo una tradizione che ha origine nell’Irlanda del V secolo l’unico giorno in cui una donna avrebbe la possibilità di chiedere in sposo l’uomo dei propri sogni è il 29 febbraio, a patto di presentarsi con in mano una zucchina che, una volta dichiarate, dovranno baciare tre volte. Se la proposta veniva rifiutata, l’uomo era tenuto a comprare alla donna 12 paia di guanti, in modo che potesse nascondere il disagio di non aver ricevuto un anello di fidanzamento. A concedere una data alle donne che attendono invano il fatidico anello sarebbe stato niente meno che San Patrizio, su insistente richiesta di Santa Brigida.
Altre curiosità: Dal 1980 in Francia esce in edicola il periodico “La bougie du Sapeur” (La candela del pompiere) proprio in occasione del 29 febbraio. Le notizie del giorno riassumono gli ultimi quattro anni, se scrivete alla posta dei lettori avrete risposta dopo quattro anni, stesso tempo bisognerà aspettare per sapere la soluzione di sudoku e parole crociate. Ogni edizione esce con una tiratura di 200.000 copie.
Non sono pochi i bambini nati il 29 febbraio, sarebbero circa 4,1 milioni, considerando che le probabilità di partorire proprio il 29 febbraio sono comunque di una su 1.461. Tra i volti noti sono nati il 29 febbraio il compositore Gioacchino Rossini, Papa Paolo III (nel 1468), Bartolomeo I patriarca di Costantinopoli (nel 1940); il pittore Balthus (1908); e naturalmente il leprotto bisestile di Alice nel paese delle Meraviglie.