Gentilissime signore. Dieci lettere alle donne della Bibbia/La madre dei figli di Zebedeo

Signora mia,

non so quanto pagherei per sapere chi ha ragione, se Matteo o Marco, nel riferire della famosa richiesta fatta a Gesù perché i figli di Zebedeo e suoi, Giacomo e Giovanni, nel giorno dell’inaugurazione del Regno del Messia fossero fatti sedere uno alla destra e uno alla sinistra del gran Re. È stata lei, come racconta Matteo, o sono stati direttamente i suoi due figli, come dice Marco?

LA RACCOMANDAZIONE L’HA FATTA LEI O L’HANNO FATTA I SUOI DUE FIGLI?

Se lei non si offende, Signora, io temo che abbia ragione Matteo. Secondo me, Marco ha semplificato il racconto per riguardo innanzi tutto ai due discepoli che erano i prediletti del Signore e poi soprattutto per cavalleria verso di lei. L’evangelista deve aver pensato che non era bello mettere in piazza troppo scopertamente i beniamini del Signore e che lei fosse già stata abbastanza umiliata dalla risposta sferzante di Gesù da non dover infierire oltre. La versione di Matteo, non c’è che dire, è veramente impietosa sia verso di lei sia verso i suoi figli. Questi vi appaiono come due bambinoni cresciuti invano, ridicoli nella loro ambizione, ma poi vili, che si nascondono dietro l’intraprendenza della “madre avvocato”. Lei, per parte sua, ne esce come una di quelle mamme, guidate più dall’utero che dalla testa, accecate dall’amore viscerale per le proprie creature e perciò incapaci di qualsiasi attività raziocinante. È appunto su di lei che vorrei fermarmi, se permette, in questa mia lettera.

LEI, SIGNORA, È DEGNA RAPPRESENTANTE DELLE MAMME “AVVOCATO”

La carriera delle mamme come lei (mamme avvocato le chiamo, come ho detto sopra) incomincia molto presto, quando i bambini muovono i primi passi fuori dalla famiglia. Debuttano facendosi avvocati difensori presso le mamme di quei bambinacci cattivi che tirano i capelli al loro “agnellino”. Si fanno poi promotrici pubblicitarie presso le insegnanti della scuola materna, perché prestino la dovuta attenzione al loro “premio Nobel” in erba. Potenziano poi via via questa loro azione nelle elementari e nelle medie (sia inferiori sia superiori), man mano che il tempo passa e che le indiscutibili qualità del loro genietto stentano ad essere riconosciute come di dovere.

Nei casi più smaccati, la denuncia materna è più decisa e concreta. La mamma avvocato afferra il figlio per una mano e se lo trascina dietro con un perentorio “Adesso vieni con me e ti faccio vedere io come si cantano chiare a quella smorfiosa (o a quel tanghero)”. I figli, strattonati e trascinati spesso loro malgrado in un confronto che gli interessa meno di niente, sono non di rado più sani delle loro mamme e, durante il combattimento, sono lì che muoiono di vergogna e solo raramente, quando già sono stati guastati, ghignano beffardi, orgogliosi del “coraggio”… altrui.

LE DIVERSE TECNICHE DI APPROCCIO A SECONDA DEI DIVERSI CASI

A volte, come nel vostro caso, si tratta di ottenere un favore dal potente di turno e allora la tattica è tutta diversa. Invece del tracotante “Vieni che ti faccio vedere io come si fa a cantargliele”, la mammina faccendiera prende sempre il figlio per mano, ma più morbidamente, e gli sussurra: “Vieni! Lascia fare a me. Tu sta’ lì vicino e fatti vedere gentile”. E così comincia una manfrina fatta, a seconda dei casi, di inchini, di sguardi, di accostamenti che paiono casuali, di complimenti sottilmente inverosimili o di ossequi striscianti, di ammiccamenti malandrini o ancora, cosa che  fa sempre il suo effetto, di lacrime torrenziali. Anche qui i figli sani si vergognano della mamma faccendiera, mentre gli altri sono rovinati proprio dalla sua bravura teatrale.

Il risultato, se non càpita una lezione come quella che è venuta a voi da Gesù, è il brulicare di lavativi della risma più antipatica, arroganti o ipocriti a seconda dei casi. Fortunatamente però, di solito, è tutta gente di seconda tacca, perché di questo genere di raccomandati tutti fanno volentieri a meno. Allora per i posti che contano veramente non bastano le tattiche su accennate. In quei casi, le armi più adeguate sono quelle in uso a Tangentopoli.

PER FORTUNA SUA E DEI SUOI RAMPOLLI GESÙ VI HA RIFILATO UNO SCHIAFFONE

Cara Signora, così va il mondo. A lei e ai suoi figli è andata ancora bene. Il Signore vi ha fatto la grazia di un salutare schiaffone morale e poi di una paziente opera educativa e voi avete capito la lezione, tanto che vicino alla sua croce, al suo vero trono di gloria, lei e suo figlio Giovanni c’eravate. Questo dovrebbe ora fare lei in penitenza: chiedere al Signore che faccia sorgere anche oggi educatori della sua divina specie, che facciano tornare in sè, magari anche brutalizzandoli, genitori e figli che si avventurassero sulla scorciatoia scivolosa che avevate imboccato anche voi.

Ciò detto, la saluto distintamente.