Bergamo, alla scoperta della città invisibile. La storia di Russel: come cambiare la propria vita in 2 metri quadri

Questa settimana, che si snoda intorno alla festa di Pasqua, raccogliamo nel nostro dossier storie di “misericordia”, di caduta e di rinascita. Partiamo con quella di Russel, che intendiamo anche come avvio di una serie: il racconto del sottobosco cittadino, della città invisibile, delle periferie, dove brillano piccoli grandi incontri e storie insospettabili di resurrezioni quotidiane. Vuoi segnalarne una? Scrivici con l’hashtag #cittàinvisibile

Alla fine del libro “Le città invisibili” di Italo Calvino il Kublai Khan si rivolge a Marco Polo cercando qualche certezza in merito al futuro del suo impero e Marco risponde con queste parole significative: «L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte, fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continuo: cercare… e riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno e farlo durare, e dargli spazio».
Da «Le città invisibili» dell’incommensurabile Italo Calvino prendiamo spunto per raccontare delle storie vere di una «Bergamo Invisibile», quella che sta in mezzo a noi.

Queste storie possono ispirare la nostra trasformazione e quella della città che abitiamo. Nella prima storia incontriamo il cuore generoso di alcuni bergamaschi, che riconoscono e aiutano un giovane disoccupato come tanti a Bergamo. Uno di loro assume Russel e in un attimo gli ridà speranza.

STORIA N.1

RUSSEL. COME CAMBIARE LA PROPRIA VITA IN SOLI 2MQ!!!

Russel è un giovane ragazzo orientale con regolare permesso di soggiorno.
Vive a Bergamo, in città, con i suoi genitori ed è disoccupato.
Tutte le sere si reca fuori da un noto locale bergamasco a vendere delle rose per guadagnare dodici euro al giorno, quindici quando gli va bene.
È inverno e tutte le sere è lì in piedi fuori dal ristorante. Sì, proprio appena fuori dalla porta! E quelli sono diventati i suoi due metri quadri di speranza nel cuore della nostra città di Bergamo. Un luogo di passaggio, un “non luogo” che lui riempie di dolcezza. Russel aspetta tenendo in mano un mazzo di rose rosse, presenta a chi passa un volto olivastro illuminato da un tenero sorriso.
Vende rose, e regala quel suo sorriso a tutti quelli che passano dal piazzale, uno dei luoghi più degradati della città.
Alcuni comprano rose, altri invece vorrebbero comprare il suo corpo… Ma lui vende solo dei fiori e regala sorrisi.
Ed ecco cosa succede.
Una notte gli dicono “Hei Russel! Ma lo sai che tra poco apriamo un ristorante a Cremona? Saresti interessato a lavorare lì?”. Oggi Russel lavora a Cremona e fa il lavapiatti, grazie ad alcune persone che hanno creduto in lui.
E grazie anche da tutti noi, che abbiamo ascoltato questa storia.
È bastato un gesto, una parola, un invito. Ecco come trasformare questi 2 metri quadrati della nostra città in un mondo migliore.