Le campane legate e i ringhècc a Mezzoldo: le tradizioni del Triduo Pasquale sono fatte di suono e silenzio

Un suono stridulo per le vie di Mezzoldo, in alta Valle Brembana, scandisce nel Triduo Pasquale i momenti della giornata religiosa, quando le campane delle chiese sono “legate” e in silenzio in ricordo della Passione. È una tradizione antichissima, ormai conservatasi solo in pochissimi paesi d’Italia: è quella del suono dei “ringhècc”, conosciuti anche come “gri” o, in base alle dimensioni “gagìa” e “comodina”. Sono degli strumenti in legno, dalle forme diverse, che producono un rumore caratteristico, dovuto allo sfregamento di palette flessibili contro una o più ruote dentate, a loro volta azionate da una manovella.
Nella bergamasca, il suono di questi strumenti è presente anche a Leffe, per esempio, e in Valle Brembana si possono ammirare bellissimi esemplari al Museo della Valle a Zogno e all’ecomuseo di Valtorta.
A Mezzoldo, paese che grazie al Passo San Marco è collegato direttamente con la Valtellina, dalla sera del Giovedì Santo fino al sabato, quando le campane delle chiese sono “legate” e in silenzio, l’usanza prevede che gli strumenti siano suonati per le vie del paese per scandire i momenti della giornata: la mattina, l’ora media e i vespri. La sera del Sabato Santo, poi, durante la veglia pasquale, i suonatori si ritrovano in chiesa: il sacerdote durante la funzione religiosa fa loro un cenno, poco prima del suono delle campane, e danno vita al concerto dei ringhècc sul sagrato. L’ultimo appuntamento di questa antichissima usanza nel paese altobrembano è la domenica di Pasqua.
A Mezzoldo questi strumenti vengono tramandati attraverso le generazioni o costruiti ex novo. La tradizione si è trasmessa dagli anziani ai più giovani, che ogni anno la ripropongono e qualche anno fa l’associazione “Unione sportiva” ha costruito ringhècc in legno come souvenir per i turisti.
Come si suonano questi antichi strumenti lignei? Il tradizionale “ringhèt” viene azionato in piedi ponendolo fra la pancia e il muro, oppure in ginocchio, con appoggio a terra, mentre la “gagìa”, utilizzata soprattutto dai bambini, è suonata tenendo ferma la manovella e muovendo lo strumento con il braccio alzato e la “comodina”, lunga dai 50 centimetri al metro, è sempre suonata a terra.
Il giorno di Pasqua, a mezzogiorno, nella piazza del municipio, si tiene la “ringhettata”: un modo insolito e molto antico per scambiarsi gli auguri di Pasqua.

La foto di apertura del post è di Valbrembanaweb