Helena, dalla Polonia all’Italia con amore. «Vi racconto le nostre tradizioni di Pasqua»

Helena è arrivata a Bergamo nell’ambito di un progetto del Servizio di Volontariato Europeo. Ha 22 anni, è una giovane piena di vita, ora è impegnata nella comunità per minori l’Aquilone dell’Aeper, come vi abbiamo raccontato qui. Da questa settimana avvia sul nostro Santalessandro.org una nuova rubrica, #Vieniviaconme, in cui parlerà di giovani, di volontariato, di incontro tra culture. Le diamo il benvenuto e vi invitiamo a seguirla. Appuntamento qui, ogni lunedì.

Questa era la mia prima visita in Polonia dopo cinque mesi trascorsi in Italia. Mi piace la Pasqua polacca. È familiare e religiosa. Soprattutto se la spendi con la tua famiglia.

Ritornare a casa (in altro paese) per i giorni festivi ha due lati: da una parte puoi finalmente goderti tutti questi piatti e tradizioni conosciuti dell’infanzia, dall’altro per queste giornate in cui sei lontana non scopri niente di più della cultura straniera in cui vivi attualmente. Questa volta, dopo aver passato il Natale in Italia e aver incontrato tutti gli elementi delle abitudini festive degli Italiani, ho comunque deciso a ritornare alla mia salsiccia bianca, alle uova…ed ecco, che cosa abbiamo noi Polacchi di più sulle tavole e nei cuori durante la Pasqua?
Dopo quaranta giorni di Quaresima aspettiamo con impazienza la Settimana Santa e il Triduo Pasquale con le tre messe di commemorazione: dell’istituzione dell’Eucaristia nel Giovedì Santo, la liturgia della Passione il venerdì e la benedizione del cibo nel Sabato. Mi ricordo da quando ero piccola che mi piaceva andare con i miei genitori in diverse chiese, guardare i cesti con il cibo che venivano benedetti e visitare i Santi Sepolcri di ogni parrocchia. Erano tutti così colorati anche se con una vena di tristezza nel ricordare la morte di Gesù. I cesti sono sempre riempiti con le uova che rappresentano il simbolo della nuova vita, poi c’è il pane – in memoria del nostro pane quotidiano, la carne, come l’agnello in passato e sale e pepe per insaporire la nostra vita cattolica. Wielkanoc in polacco indica la notte tra il sabato e la Domenica di Pasqua e significa «La Grande Notte» perché infatti si comincia tradizionalmente con la messa di Resurrezione presto al mattino o anche il Sabato sera con la veglia e la processione. Per la prima volta a Pasqua si canta di nuovo “Alleluia” dopo più di un mese e nella Messa tornano tutti gli altri canti polacchi gioiosi che mi mancavano.
La Domenica, dopo la Messa, ci sediamo a mangiare la colazione festiva. Sul tavolo non possono mancare lo żurek – la zuppa di farina di orzo con le uova, la salsiccia bianca arrosto e le patate (anche se in Polonia mangiamo tutti la colazione salata e ci siamo abituati, anche per me la zuppa sembra un po’ troppo), la carne arrosto, l’insalata di verdure con le mele e la maionese (sì, una combinazione di piselli, sedano rapa e le altre verdure con le mele è da provare almeno una volta nella vita!) e le uova farcite in differenti modi (nella mia casa si fanno per esempio le uova tagliate e poi frittate con prezzemolo messe in gusci tagliati per un metà). I dolci non sono così numerosi come per il Natale – abbiamo solo la torta di formaggio con le nocciole e mazurek – un raffinato dolce di mandorle e frutta secca.
Ma la Pasqua non è solo il tempo per l’esaltazione spirituale e gastronomica. Dopo aver dipinto le uova di sabato giochiamo con loro la domenica e la festa finisce il lunedì con un lancio d’acqua (peraltro immaginate cosa significa bagnarsi con 5 gradi di temperatura esterna com’è solitamente da noi in Marzo o Aprile). Anche se la celebrazione di Pasqua è più corta che a Natale questa gioia presente ovunque e espressa anche visivamente con giunchiglie di un giallo fresco mi piace moltissimo. È stato bello essere a casa durante queste giornate. Mi dispiace solo di non aver assaggiato la Colomba in Italia!
Chi sono, che cosa faccio in Italia – potrete leggerlo la prossima volta! 🙂

a vegetable salad in progress

yes we do cut eggshells too - ask my dad how he does it

Easter lunch