Adolescenti e nativi digitali: una rivoluzione. Ma il web può dare dipendenza

La chiamano anche la net-generation. I nativi digitali, cresciuti ai tempi di Internet, vivono l’adolescenza in modo completamente diverso rispetto al passato. Le abitudini, i rituali, i codici di comportamento sono stati completamente stravolti. Secondo alcune indagini sviluppate a livello internazionale l’80% degli adolescenti tra i 12 e i 17 anni usa i social network, il 93 per cento di loro è presente su Facebook (che comunque, come diciamo altrove nel dossier, non è il loro preferito). Nel contesto italiano, secondo un’indagine conoscitiva svolta nel 2012 da Telefono azzurro e Eurispes, il 27,1 per cento degli adolescenti usa il pc fino a un’ora al giorno, il 33,5 per cento da 1 a 2 ore, il 20 per cento dalle 2 alle 4 ore. Ancora, altre ricerche condotte a livello nazionale hanno fatto emergere che il 47 per cento degli adolescenti italiani ammette di non riuscire a staccarsi da internet “qualche volta”, il 14,5 per cento riporta che accade “spesso”, il 7,2 per cento “sempre”.
Non è un segnale da prendere sotto gamba perché può portare a sviluppare, nei casi più gravi, una vera e propria dipendenza: in chi è colpito da “Internet addiction disorder”, come alcuni ricercatori l’hanno definito, sono stati individuati problemi (anche a livello fisico e del sistema nervoso) affini a quelli di persone tossicodipendenti. Addirittura sono state riscontrate alterazioni metaboliche in aree cerebrali implicate nel controllo degli impulsi, nel sistema di gratificazione e nella rappresentazione di esperienze passate. E perfino alterazioni cerebrali tali da giustificare comportamenti come ansia, depressione, insonnia, aggressività e isolamento.
Un rischio grave richiede da parte dei genitori e degli educatori un livello di sorveglianza elevato, fatto non soltanto di “proibizioni”, che come tali possono essere facilmente rispedite al mittente dagli adolescenti, ma di maggiore conoscenza e consapevolezza. Non è possibile “vietare” ai figli di confrontarsi con la realtà digitale, si rischia di creare disadattamento e alienazione rispetto ai coetanei. D’altra parte è necessario proteggerli dai pericoli, spesso subdoli, come cyberbullismo, sexting, gioco d’azzardo on line e violazione della privacy. E’ necessario prestare particolare attenzione ai segnali, che sono poi gli stessi che si possono manifestare anche di fronte ad altri problemi: il calo del rendimento scolastico, la modifica delle abitudini di vita, l’allontanamento dagli amici e un particolare nervosismo. Soprattutto se accanto ad essi si notano depressione, aggressività, timidezza, accesso insistito a internet. Per essere al sicuro, insomma, non basta più che i ragazzi restino a casa.