Giovani per il mondo con la Caritas: non solo mete lontane, ma luoghi «al limite» come Scampia

Quattro modi diversi di vivere l’estate, questa settimana nel nostro dossier, nel segno dell’incontro, seguendo le tracce indicate dal Giubileo della misericordia: alla scoperta delle periferie del mondo e di quelle che ci stanno accanto. Per capire provandolo di persona cosa significa «farsi prossimo» e crescere grazie a speciali esperienze d’incontro. 

Con l’estate alle porte, quelli che qualche mese fa sembravano soltanto progetti da realizzare e sogni da inseguire ora stanno diventando sempre più vicini e reali. Così è anche per le esperienze di viaggio e servizio che la Caritas Diocesana propone anche quest’anno ai giovani bergamaschi «Giovani X il Mondo». Anche quest’anno i giovani volontari che si apprestano a partire, dopo essersi ritrovati domenica 29 maggio per l’ultimo incontro di formazione, terminato con la consueta messa del mandato, celebrata da Don Claudio Visconti, vogliono dire la loro in un mondo in cui vige l’individualismo e perde di attrattiva l’idea di dedicare qualche settimana delle proprie vacanze estive all’incontro con l’altro. Venti giovani, cinque mete per il mondo: Arugolano in India, Atene, Calais, Firenze, quartiere Scampia a Napoli. «Le mete scelte per quest’anno – spiega Roberta Messina, operatrice Caritas – sono leggermente diverse da quelle tradizionali di Giovani X il Mondo perché abbiamo voluto orientare le esperienze di viaggi non più a luoghi colpiti da emergenze o catastrofi, ma a luoghi che sono “al limite”, un limite che per troppo tempo non è stato considerato. E così la scelta è ricaduta su posti che oggi rappresentano le sfide a cui come uomini e come cristiani siamo chiamai, luoghi in cui i ragazzi non viaggeranno soli, ma accompagnati da un capogruppo e, soprattutto, da esperti, come don Alessandro Nava per l’esperienza di Calaias». Oltre a questi Giovani X il Mondo, anche venti ragazzi dell’oratorio di Scanzorosciate vivranno un’esperienza di servizio presso la Caritas di Pescara. Ma perché si sceglie di partire? Cosa ci si aspetta? Michela, capogruppo Firenze – «La prima volta sono partita nel 2007 perché volevo capire come mai la gente scappasse dalla propria terra per arrivare in Italia. Con il tempo, anche se l’ultimo viaggio risale al 2011, ho deciso di restare a far parte di Umanimondo e di Caritas perché non si tratta soltanto di un viaggio estivo o di percorsi formativi nelle scuole e nelle parrocchie durante l’anno, ma perché c’è uno stile, quello che dell’attenzione verso l’altro, che fa di queste esperienze qualcosa di diverso dalle numerose e altrettanto valide esperienze di volontariato che si possono incontrare. E così quest’anno ho scelto di partire di nuovo perché mi sembra di non fare abbastanza nel mondo del volontariato, di dedicarvi poco tempo. E la scelta è ricaduta su Firenze perché logisticamente facile da combinare con gli impegni lavorativi: una settimana di collaborazione con la mensa della Caritas fiorentina e animazione ad una casa – famiglia». Insieme a Michela parte Federico, da pochi giorni maggiorenne, uno dei più giovani a partire che dice: “Insieme a Stefano, mio compagno di viaggio, ho iniziato quattro anni fa l’esperienza del dormitorio. Seguendo poi il suggerimento di un’operatrice Caritas abbiamo deciso di partecipare alla serata di presentazione e abbiamo capito che saremmo voluti partire. Dopo discussioni in famiglia dovute alla preoccupazione dei genitori, alla fine abbiamo trovato il giusto compromesso: una meta vicino a casa, più sicura e forse meno impegnativa. Da quest’esperienza mi aspetto di imparare qualcosa di più dalla vita, di continuare a ricevere tanto quanto ricevo ogni volta che varco la soglia dei servizi Caritas. Mi piacerebbe che si creasse un gruppo unito, che conoscerò altre persone che fanno parte del mondo del volontariato e che mi aiutino a comprenderlo meglio e, senza dubbio, vorrei che questo viaggio fosse per quanti, meno fortunati, incontrerò”. Qualcuno, come Daniela, dopo l’esperienza dell’estate passata, ha scelto di tornare nello stesso luogo: “Nel viaggio di ritorno dall’India lo scorso anno sentivo che il mio viaggio in questo Paese non era ancora finito. Avevo il desiderio di non essere solo una meteora nella vita di quanti mi avevano accolto e di curare e coltivare i legami intrecciati durante il viaggio. Tornata a casa questo desiderio è diventato un progetto, grazie al mio impegno in Umanimondo. Parto, o meglio, ri – parto, per mettermi al servizio di altri giovani, perché possano vivere un’esperienza preziosa per la loro vita; spero che i loro occhi possano riempirsi di bellezza e il loro cuore di umiltà”. Aldo, operatore Caritas, in partenza per Atene, per la prima volta come Giovane X il Mondo: “L’idea di nuove mete, come Atene ad esempio, ha l’obiettivo di aiutare quanti partono, e non solo, ad aprire gli occhi verso posti che popolano continuamente le prime pagine dei giornali, per diventarne testimoni, di ciò che si vede e si vivrà. Da qui la mia scelta per Atene, luogo in cui sperimentare la possibilità di “costruire qualche ponte” in più come Caritas”. Lara, servizio civilista, prossima a Calais: “Ho scelto di intraprendere quest’esperienza perché credo lascerà in me un segno, dandomi la possibilità di crescere umanamente e culturalmente. E allora Calais perché unisce questo desiderio dio conoscenza e crescita al fenomeno migratorio, che mi ha interessata molto da vicino negli ultimi anni. E mi aspetto di viverlo giorno per giorno, per e con tutto quello che sarà”.