L’onda generatrice: l’arte sposa l’etica e indica la strada dell’accoglienza

Martedì 14 giugno al Lazzaretto, in occasione dell’happening delle cooperative, si svolgerà la performance dell’“onda generatrice”, progetto di arte etica e itinerante, realizzato da Adriano Rossoni, Pietro Spoto e Papa Faye. «L’idea nasce dalla collaborazione tra l’Accademia Santa Giulia di Brescia e le Caritas lombarde di Brescia, Cremona, Lodi e Bergamo (città che hanno ospitato l’opera, ndr)» spiega don Claudio Visconti, direttore di Caritas Diocesana Bergamasca. «Quest’opera – continua – si prefigge l’obiettivo di sensibilizzare la società sul tema dei richiedenti asilo, con l’intento di andare oltre le abituali dicotomie pro o contro l’accoglienza per riflettere sul fenomeno non da un punto di vista ideologico, ma culturale».
La struttura dell’opera, scomponibile in quattro moduli, può essere trasportata e ricomposta sul luogo della performance. Realizzata in giunco flessibile, viene ogni volta rivestita da un intreccio di foglie di palma, intessute da giovani italiani insieme a giovani richiedenti asilo. «Mi piace pensare all’onda come ad un simbolo di dualità – continua don Claudio – da un lato l’onda tristemente assassina che in questi giorni continua a togliere la vita a uomini e donne che affrontano disperati viaggi in mare, dall’altro, in positivo, penso al cavalcare l’onda della solidarietà. Ancora, le foglie intrecciate da questi giovani diventano segno di collaborazione e dell’essere insieme. Come ho già sottolineato, non si vuole porre l’attenzione sulla contrapposizione accogliere sì o no, ma riflettere pacatamente su un tema drammatico non ancora numericamente consistente, ma antesignano di un futuro alle porte e che interpella autorità del mondo laico e cristiano, oltre che numerose forme di volontariato». Quanto espresso da don Claudio richiama quanto dichiarato anche da uno degli artisti, Adriano Rossoni, che vorrebbe che quest’opera diventasse onda generatrice non soltanto di nome, ma anche di fatto, di inclusione sociale; un’opera dal significato metaforico, onda che questi giovani ragazzi stranieri hanno cavalcato per arrivare fino a noi e intreccio che esprima la necessità di costruire relazioni a livello micro da parte dei giovani italiani coinvolti nell’opera per costruire una società inclusiva. In occasione della performance verranno celebrati anche i venticinque anni della Cooperativa Sociale Ruah.