Massimo Bossetti condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara

E’ stata una giornata di attesa e di grande tensione al Tribunale di Bergamo. E alla fine la sentenza è arrivata: Massimo Bossetti è stato condannato all’ergastolo dai giudici della corte d’assise presieduta da Antonella Bertoja per l’omicidio di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra (Bergamo) scomparsa il 26 novembre 2010 e trovata morta tre mesi dopo. Per arrivare a questa decisione sono servite oltre 10 ore di camera di consiglio. Il 13 maggio scorso il pm Letizia Ruggeri aveva chiesto per l’imputato l’ergastolo e sei mesi di isolamento diurno. Massimo Bossetti ha continuato ad affermare di essere innocente, e alla fine ha supplicato, ancora una volta: “Ripetete il Dna perché non è mio”. I giudici però si sono fidati, invece, della “prova regina”. All’ergastolo si accompagnano altre pene accessorie: Massimo Bossetti non avrà più la patria potestà sui suoi tre figli, ancora minorenni. Lui ha ascoltato impassibile il verdetto, e solo dopo si è sfogato con i suoi legali: “Non è giusto, è una mazzata, avevo fiducia nella giustizia”. E’ arrivata l’assoluzione, invece per l’accusa di aver calunniato il collega di lavoro, Massimo Maggioni verso il quale avrebbe cercato di indirizzare le indagini, “perché il fatto non sussiste”. Vince la linea del pm Letizia Ruggeri: non è stato accertato un movente né una “dinamica che si possa affermare con sicurezza” dell’omicidio ma è rimasta la prova più importante contro Bossetti, il suo Dna sul corpo della vittima e “un corollario di indizi gravi, precisi e concordanti”: i suoi tabulati telefonici, le immagini del suo furgone nelle telecamere di sorveglianza, le fibre di tessuto sul corpo della vittima, riconducibili al suo furgone. Tutti aspetti che comunque la difesa, anche stasera, nei commenti a caldo fuori dall’aula, continua a contestare. Così si è conclusa, quasi sei anni dopo la scomparsa e la morte di Yara, la prima fase del processo (scontato il ricorso in appello) durato quasi un anno, con 45 udienze e centinaia di testimoni: resterà quindi in carcere Giuseppe Massimo Bossetti, 45 anni, muratore, sposato, padre di tre figli. I genitori della ragazza uccisa accolgono il verdetto con la sobrietà che hanno dimostrato fin dall’inizio di questa triste vicenda: “Non abbiamo mai avuto dubbi sulla sua colpevolezza. Ora sappiamo chi è stato, anche se sappiamo che nessuno ci restituirà Yara”.