Verdellino Zingonia: “Il Cre è un percorso che ci cambia. E i telefonini? Restano a casa”

Il Cre è un viaggio che strada facendo cambia almeno un po’ le persone che partecipano: lo pensa così don Francesco Sanfilippo, direttore dell’oratorio e delle attività estive di Verdellino-Zingonia.

In segreteria ha catturato il mio sguardo una foto dei ragazzi del CRE dell’anno scorso in gruppo, scattata durante la vacanza, con la scritta: “Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita”. Parto da questo messaggio.

Quest’anno il tema dei CRE è il viaggio.Voi l’avete interpretato puntando più verso uno scopo di conoscenza dei luoghi, del divertimento, dell’interazione con le persone o verso la cultura sociale e il rispetto dell’ambiente?
“Diciamo che il tema del viaggio tocca un po’ tutti gli aspetti che mi ha elencato.Al di là dell’effettivo viaggio fisico da intraprendere nel corso di una vacanza, esiste poi il viaggio della vita. La vita stessa è un viaggio e dentro questo viaggio si nascondono tante sorprese. Dentro di esso i ragazzi crescendo non saranno mai più gli stessi del giorno prima perché dopo un viaggio si torna arricchiti, grazie a conoscenze ed esperienze nuove.
Questo CRE si svolge in un territorio particolare, ce ne può parlare?
“Il territorio di Verdellino e Zingonia è molto particolare perché ha un’altissima concentrazione di stranieri, questo di per sé rende già il clima diverso. C’è una parte di mondo in questo territorio.”
Come si interagisce in questo contesto?
“Le attività delle nostre parrocchie sono aperte a tutti, certamente con l’attenzione di mantenere l’identità della proposta. Incontrare gli altri con rispetto e accoglienza non significa spogliarsi dei propri valori e dei contenuti della propria fede; al contrario significa condividerli, metterli in comune e fare in modo che diventino patrimonio di tutti. Non è assolutamente plausibile il fatto di dover omologarsi e mettere in secondo piano ciò che siamo. Attraverso il gioco, la condivisione e lo stare a tavola insieme si cresce, si fa comunità. Il viaggio è questo, anche questo fa parte del viaggio! Il CRE è un viaggio dove si inizia con delle amicizie, con delle conoscenze che cammin facendo crescono, si ampliano e arricchiscono.
Verso quali mete avete scelto di recarvi durante il vostro viaggio?
“Non abbiamo scelto dei viaggi particolari. Insolita iniziativa è la gita al parco Ventura di Selvino. Per questa gita abbiamo scelto di muoverci su mezzi pubblici: viaggeremo in treno, in tram, in pullman e in seggiovia per raggiungere poi il Monte Pulito a Selvino.Questa scelta è dettata anche dal tema del CRE: il viaggio, perché quando si viaggia si può utilizzare mezzi diversi, e quelli che ho elencato sono i mezzi che la gente solitamente usa.”
Sembra banale, ma a questi ragazzi bisogna re- insegnare ad utilizzare tutti i mezzi pubblici, perché si è persa l’abitudine di usarli in favore della macchina,vero?
“A volte i nostri ragazzini non sanno prendere il treno o il pullman perché vengono portati comodamente in macchina, anche solo per pochi metri. Essi vengono continuamente tenuti protetti, come in un batuffolo di cotone. Il viaggio, invece, è aprirsi al mondo; significa anche aprirsi all’ordinarietà e alla quotidianità vissuta da centinaia e migliaia di persone che ogni giorno usano mezzi pubblici per recarsi al lavoro.”
Spostiamo ora il ‘focus’ sulle attività; ne avete scelta qualcuna in particolare?
“Una novità di quest’anno, che è una novità per noi, ma che per gli altri che è ordinarietà, è stata l’introduzione della raccolta dei viveri di prima necessità per il Centro di primo ascolto e il coinvolgimento delle nostre parrocchie di Verdellino e Zingonia . Una raccolta viveri che vede impegnati i ragazzi prima in un volantinaggio nelle strade vicine alle parrocchie e poi in una raccolta porta a porta. Questa iniziativa nasce in sintonia con “Il giubileo della misericordia” che ci invita ad essere imitatori di Cristo misericordioso. La misericordia deve passare necessariamente per opere concrete e l’impegnarsi a raccogliere dei beni per persone in difficoltà è un gesto che consente ai ragazzi di capire cosa voglia dire darsi da fare per gli altri.”
Come la mettiamo con i dispositivi elettronici? Al Cre sono consentiti?
“Da un lato possiamo guardare a questi dispositivi elettronici con un occhio critico e pessimista, come se fossero il male assoluto, ma dipende sempre dall’uso che se ne fa. Sono strumenti particolarmente utili, tuttavia io e l’equipe degli informatori del CRE abbiamo scelto di chiedere ai ragazzi un distacco durante le attività. Questi mezzi, mentre ti fanno credere di aprirti al mondo aumentano quello che è il male di oggi: quell’individualismo e isolamento che i mezzi di comunicazione se usati male ti danno. Non solo, a volte questi mezzi di comunicazione immediata diventano anche causa di bullismo tra i ragazzi e occasione di divisione, di pettegolezzo. Un occhio critico e responsabile verso questi mezzi è sempre utile. Ordinariamente nelle attività dell’oratorio noi vogliamo che non si faccia uso del telefono ma che i ragazzi si aprano al dialogo, all’amicizia, alla conoscenza di nuove persone perché il viaggio è anche questo. Sempre più spesso capita di viaggiare e di incontrare persone che davanti a luoghi di importanza storica e culturale o di rinomata bellezza, anziché guardare il panorama sono occupati a scrivere il messaggino o a farsi i selfie. Questo,secondo me, toglie al viaggio anche quella caratteristica di lontananza da casa, di nostalgia e desiderio di ritornare per raccontare e riportare con la ricchezza delle tue parole ciò che hai vissuto; non col solito commentino della chat o con immagini e faccine. Il viaggio è anche questo. Il viaggio della vita è anche questo! I messaggi e le chat permettono l’immediatezza, ma talvolta un pensiero nasce dall’impulsività e si rischia di essere fraintesi. Qualche tempo fa accadeva che per dire una cosa bella o brutta ad una persona si doveva necessariamente comunicare o telefonicamente o faccia a faccia e questo permetteva quel lasso di tempo adatto a riflettere e ragionare su quello che si aveva da dire.”
Chiudo questa bella chiacchierata coinvolgendo Don Francesco citando ancora una frase che ha catturato la mia attenzione in segreteria. È una massima di pedagogia del Papa buono: “La gioventù cerca un cuore che capisca più che una luce che illumini” e ne approfitto per chiedere: come si deve muovere l’animatore nella gestione del gruppo, come si entra nel cuore di bambini e ragazzi?
“L’animatore, proprio per un fatto d’età, è colui che riesce ad intercettare meglio i loro bisogni, le loro esigenze e i loro desideri; ma è anche colui che ha il compito di tirar fuori ciò che di buono c’è nel cuore di ogni bambino. In questo senso serve qualcuno che capisca, piuttosto che qualcuno che detti delle regole. Chi capisce è colui che sa farsi prossimo e vicino; l’animatore è proprio questo: un compagno di viaggio, un amico speciale, un fratello maggiore che riesce ad intercettare per primo il “cuore”di bambini e ragazzi. Credo che la gioia che regalano gli animatori, ll loro esempio e il tempo che dedicano sia davvero una testimonianza speciale per i nostri ragazzi. Certo, non nascondiamoci dietro un dito,molti ragazzi magari vengono al CRE perché non sanno come occupare il tempo durante le giornate estive; però nel momento in cui entrano dentro questo mondo, si trovano in una situazione diversa rispetto alla solita; possono sperimentare la gioia del dono e questo diventa testimonianza per i ragazzi. Adolescenti e bambini guardando gli animatori dovrebbero dire:” Io un giorno vorrei essere così; vorrei essere capace di fare come la mia animatrice o come il mio animatore, comunicare questa gioia e donare il mio tempo per aiutare i ragazzi a rendere un pomeriggio diverso dal solito.Credo che in questo l’animatore sia colui che capisce di più i ragazzi.”