La strage di Nizza. Quello che è avvenuto è quello che avverrà

La strage di Nizza è nuova perchè quando si ammazzano così 84 persone non c’è che stupirsi da parte di persone “normali” come noi. Nuova perché stavolta non si spara ma si usa un camion che si mette a fare zigzag fra la folla e fa saltare per aria la gente “come birilli”, hanno detto alcuni testimoni oculari.
Ma l’attentato è “antico” per altri versi. L’attentato ha avuto luogo il 14 luglio, festa nazionale francese. È il giorno in cui la Francia ricorda la presa della Bastiglia e l’inizio della rivoluzione francese, l’inizio della fine dell’ancien régime, con il successivo trionfo di liberté, égalité, fraternité e poi la laïcité, così laica e così francese. Tutto questo è l’esatto contrario della ideologia del fondamentalismo che tutti quei valori nega e combatte. Per cui ammazzare all’impazzata quel giorno, vuol dire ammazzare non solo quella gente ma anche il simbolo che proprio quel giorno quella gente e quella società celebra. È una guerra tragicamente squilibrata. Da una parte la festa con la forza fragile dei suoi cortei e dei suoi fuochi di artificio, dall’altra la forza bruta di un camion che si mette a fare zigzag in mezzo alla folla proprio solo per uccidere.
L’attentato è antico anche per un altro motivo. I fondamentalisti fanno quello che fanno perché dispongono di società libere, che lasciano molti spazi non controllati proprio perché necessari per vivere la libertà. Da qui un drammatico aut aut: o si continua a rispettare quegli spazi, ma si rischiano altri attentati; oppure per ridurre il rischio degli attentati si riducono gli spazi della libertà. Ma in questo caso le società libere e democratiche sono un po’ meno libere e un po’ meno democratiche.
Il trovare il giusto equilibrio fra queste due istanze può essere visto come la forma moderna della sapienza politica. Rara nei tempi che corrono ma disperatamente necessaria.