Le opere sulla Misericordia di Andrea Mastrovito in mostra al Museo Bernareggi

Elementi sempre molto essenziali e leggeri, tratti che ricordano il fumetto ma si sublimano in qualcosa di più e di diverso. C’è un po’ di tutto questo nei lavori di un’artista come Andrea Mastrovito, bergamasco conosciuto a livello internazionale, autore fra l’altro della Crocifissione serigrafata su lastre di vetro nella chiesa dell’Ospedale nuovo di Bergamo. Le “Sette opere di misericordia” commissionate dalla Conferenza Episcopale Italiana, sono state presentate nei giorni scorsi nella location del Museo Bernareggi, dove restano esposte fino al 31 luglio.
Iniziativa, quella delle opere di misericordia che ha coinvolto anche il Giubileo dei giovani del 23 e 24 aprile scorso a Roma; grazie alla riproduzione delle opere su speciali bandane, che i ragazzi hanno indossato durante l’evento spirituale. Oltre al Giubileo, Andrea Mastrovito per la Giornata mondiale della gioventù ha realizzato particolari magliette.
L’artista ci  parla della commissione delle opere e del suo fautore: «Don Michele Falabretti (responsabile del Servizio di Pastorale giovanile della Cei ), qualche anno fa subì un ricovero in ospedale e durante la sua guarigione, mentre stavo finendo il crocifisso, in concomitanza con il lavoro sull’arcata centrale, si interessò alla mia arte e chiese di me ad amici. Grazie a loro ci siamo conosciuti e poi incontrati e abbiamo deciso di lavorare su queste “Sette opere di misericordia”, missione difficile perché c’era il rischio di scadere nel banale. Spero di essere riuscito ad esprimerne la sostanza, puntando sull’essenza della cristianità che è l’essere umano, mettendo l’uomo al centro di questo disegno».
Le “sette opere”sono divise in due sezioni, una sezione  per le illustrazioni realizzate per la bandana e una per le magliette. Andrea Mastrovito ce le illustra, spiegandoci prima il perché della scelta del filo come tema che unisce tutte le immagini. “Filo ripreso da una precedente opera che è piaciuta molto a Don Michele; filo che può essere della vita, del racconto, del viaggio.

VESTIRE GLI IGNUDI

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La prima scena rappresenta una ragazza che tesse un filo che conduce poi a due bambini  e ne crea le loro vesti. «Il filo rappresenta il DNA, il filo della vita – ci spiega Andrea -. Vestire gli ignudi in questo caso è il filo dell’esistenza.Questa donna che tesse rappresenta sia una sorta di madre che una persona che agendo con le sue opere dà la vita».

ALLOGGIARE I PELLEGRINI

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Nasce da un’ immagine apparsa in Ungheria di un signore che era stato buttato a terra da una fotoreporter ,  mentre tentava di superare il filo spinato la seconda idea: quella di un filo spinato, appunto, e di un ragazzo che tenta di scappare. Quest’immagine rappresenta la vita quando diventa tosta; il signore che cerca di tagliare il filo spinato rappresenta l’opera di misericordia “alloggiare i pellegrini” attraverso l’azione dell’ agevolare il passaggio attraverso il filo. «Quest’immagine fa pensare anche al popolo siriano che tenta di scappare dalla guerra -, aggiunge Andrea, che spiega la condizione dei migranti che vede da vicino, vivendo a New York  -: I neri non sono accettati, in città hanno trovato un mucchio di filo spinato su tutti i recinti, sono le barriere che si tendono tra le varie comunità».

VISITARE I CARCERATI

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Per la terza opera Andrea coinvolge sua moglie, che finge di liberare qualcuno dalla corda e questo rappresenta la “visita ai carcerati”. L’idea è quella di rompere le catene che legano la gente anche a un livello spirituale e non solamente l’idea di peccato ma anche una ricerca della libertà.

SEPPELLIRE I MORTI

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Altro passaggio che coinvolge ancora il tema dei profughi è l’idea centrale sviluppata per l’opera di ” Seppellire i morti”, dove Andrea per attualizzare il messaggio  ha  pensato di andare a riprendere  il corpo del Cristo delle “Sette opere di misericordia” del Caravaggio, facendolo diventare il corpo del morto sulla barella portata da tre personaggi, utilzzando come spunto i volontari della protezione civile.

Gli ultimi tre elementi, nascono per ultimi  e sono di più difficile concezione.

VISITARE GLI INFERMI

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Andrea ha realizzato questa  immagine ispirandosi alla storia letta di un ragazzo cinese. Questo ragazzo portava un amico disabile a scuola a spalle tutti i giorni, perché non avevano soldi per la carrozzina.
In quest’ immagine per riprodurre i due ragazzi sul filo l’ artista, per dare un’idea di equilibrio,
ha disegnato il ragazzo con in mano una specie di asticella.

DAR DA BERE AGLI ASSETATI
DAR DA MANGIARE AGLI AFFAMATI

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Mastrovito si specchia e veste i panni del protagonista delle ultime  due  opere in cui dà da bere agli assetati e da mangiare agli affamati.
Come se fosse un Walt Disney che nei film con la sua penna dà vita a se stesso. Celebrazione dell’artista che cerca di dar la vita, estrapolandola dalla materia inerte. «L’artista è come un dottor Frankestein  che  va nei cimiteri, cerca le cose peggiori, cose che non hanno più vita e magicamente unisce i legami che rendono la ‘cosa’ viva. Ma come diceva Picasso:”quando un artista crea qualcosa di nuovo, solitamente crea qualcosa di brutto, che non funziona”. Io cerco di fare cose brutte (sdrammatizza con modestia il successo delle sue opere) che pian piano a forza di rabberciamenti migliorano di volta in volta. Questa alla fine ha funzionato ed è finita sulla bandana che rappresenta tutti i disegni della misericordia stampati ».

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Illustriamo ora la realizzazione delle magliette; create dando libero sfogo al talento di Andrea nell’arte applicata. Troviamo qui  la  seconda versione delle opere di misericordia; in questo caso prendono la forma di lettere.

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L’artista ha diviso la parola misericordia in sette diverse sezioni e alcune lettere o gruppi di esse messe assieme formano ciascuna l’opera di misericordia e allo stesso tempo la lettera.
Un po’ per gioco, un po’ per creare una prospettiva che va oltre l’opera, queste, come il Cristo  già citato, prendono vita nel momento in cui tutti i ragazzi cominciano a giocare sul tema della misericordia  creando unione.
Per chi volesse entrare nel mondo di Andrea Mastrovito  l’esposizione delle Sette opere di sarà visibile al pubblico  fino al 31 luglio.