Non si vede bene che con il cuore: il Piccolo principe fa da guida ai giovani pellegrini a Cracovia

“Non si vede bene che con il cuore” dice il Piccolo Principe e oggi sono state proprio le parole del capolavoro di Saint Exupéry ad accompagnare un tratto del nostro lungo viaggio. Oltre 1500 chilometri in venti ore in pullman da Bergamo a Miechow, cittadina a nord di Cracovia che sarà la base dei bergamaschi nella settimana della Giornata Mondiale della Gioventù. Don Daniele Filippoli – curato della Celadina che guida il gruppo con cui abbiamo viaggiato – sul pullman non ha proposto un film a caso: anche Saint Exupéry parla, in fondo, di un’amicizia che nasce tra personaggi che parlano lingue diverse. Il bambino bizzarro che arriva da un asteroide, l’anziano aviatore, la volpe che vuole essere addomesticata, la rosa che ci ricorda quanto ogni relazione abbia bisogno di cure per sopravvivere. “L’essenziale è invisibile agli occhi” dice ancora Saint Exupéry: e in queste prime ore noi l’essenziale lo abbiamo trovato tra le righe, nelle emozioni, e in alcune istantanee: le canzoni cantate a squarciagola per ingannare il tempo – un tempo all’improvviso lento, quasi fermo, mentre l’asfalto, comunque, continuava a scorrere -, nei giochi di società un po’ chiassosi inventati al momento, nell’adrenalina che sale e spinge a rimandare il sonno all’infinito, nel silenzio che alla fine vince, perché gli occhi alla fine si chiudono da soli, nonostante tutto. Abbiamo già visto qualche spicchio di mondo sulla strada per Cracovia, fermi agli autogrill con ragazzi che arrivano dall’Africa, dall’America Latina, perfino dal Giappone e dalle Filippine, mentre fitto corre tra i bergamaschi il filo dei messaggi whatsapp, dei post e delle fotografie pubblicate sui Social network (“ma voi l’avete la connessione?” “ma come mai non funziona internet?” “Fatemi scendere, vado a dare la caccia ai Pokemon”) .  Facciamo il conto alla rovescia dei chilometri, mentre il vescovo Francesco Beschi e don Emanuele Poletti, direttore dell’Upee, che ci hanno preceduto a Miechow ci scrivono: “Vi aspettiamo”. Siamo pronti, siamo in cammino sulla strada, nel traffico, sotto i temporali. Un percorso che nell’attesa e nella fatica ha già trovato un senso, ha già compiuto una prima trasformazione, mutando i giovani in pellegrini.

Nella foto in apertura di Yuri Colleoni: i pellegrini bergamaschi all’arrivo a Miechow